Napoli: annegò il figlio di due anni nel mare, verso l’assoluzione per incapacità di intendere e volere

13 Mag 2024 15:32 - di Lucio Meo

“Incapace di intendere e di volere a causa di una psicosi”: con questa motivazione Adalgisa Gamba potrebbe essere assolta dall’accusa di omicidio volontario a carico del figlio di due anni e mezzo che il 2 gennaio del 2022 fu affogato nello specchio d’acqua antistante la spiaggia di Torre del Greco, in provincia di Napoli. La perizia, dei tre esperti nominati dalla prima sezione penale della Corte di Assise di Napoli (presieduta dal giudice Teresa Annunziata) ha di fatto escluso responsabilità penali della madre, ipotizzando anche un suo possibile tentativo di suicidio a seguito di depressione post partum. La perizia sarà oggetto di discussione nella prossima udienza fissata per mercoledì.

Uccise il figlio in mare ma per una depressione post partum

Secondo i professori Giuseppe Sartori, Pietro Pietrini e Stefano Ferracuti, “all’epoca dei fatti per i quali è a processo, la signora Adalgisa Gamba era in condizioni tali da escludere la capacità di intendere e di volere per la presenza di una psicosi reattiva breve, patologia con valore di malattia in senso medico legale e tale da aver condotto a una condizione mentale dove l’atto omicidiario si è posto come manifestazione epifenomenica del disturbo mentale del soggetto che, peraltro, molto probabilmente si sarebbe concluso con un concomitante suicidio”.
Adalgisa Gamba dunque manterebbe un grado di pericolosità sociale “che non può essere considerato elevato e certamente non tale da necessitare di internamento in REMS, ma può essere gestita, tramite rigorose prescrizioni e attenta supervisione, da parte del Dipartimento di Salute Mentale competente per territorio”.
“È la fine di incubo – dice l’avvocato Salvatore Del Giudice, legale della signora Gamba – sono due anni che la mia assistita è in carcere: i ‘superperiti’ hanno escluso la capacità di intendere e volere, confermando le precedenti perizie psichiatriche e la nostra tesi difensiva. La nuova perizia ha dimostrato che non è una assassina, come hanno titolato per mesi i giornali, ma una donna affetta da una grave patologia, lasciata da sola a combattere con un male più grande di lei: La depressione post partum. Una malattia che colpisce circa il 10% delle mamme e di cui si parla ancora troppo poco. Secondo i ‘superperiti’ inoltre può anche essere curata a casa”.

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