Mostra e premio alla memoria di Almerigo Grilz. La Russa: finalmente il ricordo è bipartisan

20 Mag 2024 18:29 - di Eugenio Battisti

Doppia iniziativa in ricordo di Almerigo Grilz, primo reporter di guerra italiano ucciso sul campo dalla seconda guerra mondiale, per molti anni dimenticato perché ‘figlio di un dio minore’ a causa della sua militanza giovanile a destra. A Milano è stata presentata la Prima edizione del premio giornalistico intitolato a Grilz, ucciso in Mozambico il 19 maggio 1987 mentre documentava il conflitto cinepresa alla mano, rivolto ai giornalisti under 40.

Milano, presentato il concorso Almerigo Grilz

Il Premio, oggetto di ridicole contestazioni nelle scorse settimane con tanto di appello della Trieste ‘democratica e antifascista’, vanta una giuria di eccellenza presieduta da Toni Capuozzo (composta da Maurizio Belpietro, Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Gian Marco Chiocci, Peter Gomez, Mauro Mazza, Gian Micalessin, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sallusti, Francesco Semprini e Gabriella Simoni). Nell’occasione è stato anche annunciato un ‘Premio speciale’ alla memoria di Franco Di Mare. “Doveva essere un riconoscimento alla carriera – ha spiegato Gian Micalessin – purtroppo però Franco ci ha lasciati troppo presto”.

Inaugurata la mostra “Gli Occhi della Guerra”

Contemporaneamente, nello spazio Isola Set di Palazzo Lombardia, alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stata inaugurata la mostra multimediale intitolata ‘Gli Occhi della Guerra’. Una viaggio attraverso i maggiori conflitti sullo scenario mondiale dal 1982 attraverso testi, fotografie e video di Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, amici fraterni, triestini doc, che insieme negli anni ’70 fondarono l’agenzia Albatros. L’esposizione sarà visitabile con ingresso libero e gratuito da oggi fino al 2 giugno 2024.

La Russa: rimediamo a una lunghissima assenza

“È un qualcosa che rimedia a una lunghissima assenza di vicinanza ad Almerigo e alla sua famiglia per la sua morte che avvenne lontano dall’Italia”, ha detto La Russa che ha conosciuto molto bene Almerigo. “Era il primo giornalista di guerra a morire sul posto dopo la fine del conflitto mondiale. Era uno dei miei più cari amici. Faceva giornalismo non stando in albergo, ma andando veramente in prima linea per documentare e informare. Oggi questa presenza, anche vostra, ne onora la memoria. Noi non lo abbiamo mai dimenticato né smesso di onorarlo. Il fatto che oggi il ricordo sia bipartisan è importante”.

Contestazioni? “La madre dei cretini è sempre incinta”

Lapidario, invece, davanti alla richiesta di commentare le contestazioni che negli anni hanno accompagnato il ricordo di Grilz. “Non mi stupisce, la madre dei cretini è sempre incinta”. “Sono lieta di supportare come Regione Lombardia un premio pensato per i giovani. Che costituisce incentivo a svolgere la professione in modo libero e coraggioso, come ha fatto Almerigo Grilz”, così l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso. “Il riconoscimento e la mostra sono un omaggio alla sua figura e un ringraziamento per chi, come lui, ha la forza e la bravura di raccontare i conflitti sul campo, offrendo contributi preziosi per tutti noi”.

Raccontò i conflitti dimenticati

Dal 1982 al 1987, Grilz raccontò i conflitti dimenticati in Afghanistan, Etiopia, Filippine, Iran, Cambogia, Birmania, Mozambico, dove trovò la morte a 34 anni, colpito da un cecchino. Nel corso della sua carriera collaborò, tra gli altri, con l’Europeo, Panorama, Avvenire, Canale 5 e il TG1. Scrisse anche per il Secolo d’Italia e per testate estere come il Sunday TimesL’Express, Jane’s Defence weekly. I suoi reportage video sono andati in onda anche su emittenti internazionali, dalle americane Cbs e Nbc, alla francese Antenne 2, la tedesca Ndr.

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