Martufello e Simeoli nell’ultima commedia di Pingitore mettono alla berlina la cialtroneria italiana
Nel panorama dei commediografi italiani PierFrancesco “Ninni” Pingitore si conferma un 90enne parecchio promettente. E il termine non deve suonare paradossale. Archiviata, infatti, la straordinaria e irripetibile epopea del Bagaglino, la poliedrica e prolifica firma di tanti successi di cinema, teatro e tv, ha sfoderato una nuova scintillante commedia: “I due cialtroni”. Martufello e Marco Simeoli sono i due irresistibili mattatori di una vicenda che evoca la tradizione dei plot anglosassoni alla Neil Simon, con divagazioni sulle italiche (e per certi versi esilaranti) meschinerie.
“I due cialtroni”, in scena fino a domenica 12 maggio alla Sala Umberto di Roma e dalla prossima stagione in tournee in tutta Italia, non è solo una commedia strapparisate, anche se ne strappa parecchie. È anche un pungente atto d’accusa contro l’Italia di oggi.
I due cialtroni della commedia sono due attori agli antipodi artistici e caratteriali. L’attore serio, che recita Amleto e vive nel completo autocompiacimento e l’attore comico un po’ trash, miracolato dalla televisione. Uno insegue la agognatissima direzione di un teatro stabile, l’altro un ruolo da protagonista in una mega serie tv. La sorte decisa da Pingitore li fa capitare nello stesso chalet di montagna. Cane e gatto rinchiusi nella stessa gabbia, il risultato è inevitabile con tutto il corollario di situazioni comiche. A gestire il match fatto di duelli verbali e situazioni ridanciane, una garbata quanto intrigante locandiera (interpretata dalla deliziosa Fanny Cadeo).
Debutto romano prima del tour nazionale
I due atti scorrono piacevolmente in una trama ricca di imprevisti, gag verbali, equivoci e tranelli che mettono alla berlina il mondo dei teatranti, ma non solo. La commedia gioca sul ping pong dialettico e di approccio umoristico: a Martufello, che azzanna il palco con le sua inesauribile verve, le battute di pancia, a Simeoli che afferra lo spettatore per la testa, le arguzie più satiriche. I due protagonisti, in una gara a chi è più meschino e cialtrone, sono chiaramente lo specchio di un’Italia che ha poco di cui essere fiera. Anche l’epilogo con un happy end piacevolmente malinconico consegna allo spettatore un cocktail che abbina al buon umore più di un pretesto per interrogarsi sulla deriva di questa Italia e non solo nel mondo dello spettacolo.
Si esce dal teatro col sorriso sulle labbra e qualche riflessione sull’Italia di oggi e su come la cialtroneria sia diventata la password più usata per l’accesso privilegiato a molti mondi, non solo nello spettacolo: da quello della politica passando per il giornalismo.
Per una singolare combinazione, “I due cialtroni” ha debuttato alla Sala Umberto di Roma, a pochi passi dal Salone Margherita, che per quasi mezzo secolo è stato casa e bottega di Ninni e della sua compagnia. Oggi lo storico teatro di via Due Macelli rimane desolatamente chiuso, abbandonato all’incuria. Ma questa è un’altra storia sulla quale purtroppo non c’è niente da ridere.
I DUE CIALTRONI con MAURIZIO MARTUFELLO e MARCO SIMEOLI
con la partecipazione straordinaria di FANNY CADEO
e con Elena Ferrantini e Lucrezia Gallo
scritto e diretto da PIER FRANCESCO PINGITORE
Scene e costumi Graziella Pera | Realizzazione scene Giovanni Nardi | Direttore di scena Ludovica Costantini | Assistente alla regia e Promozione Francesca Spagnolo
Produzione Centro Teatrale Meridionale SOC. COOP | Organizzazione e Distribuzione Generazioni Spettacolari | Direzione Artistica Fausto Costantini