Lollobrigida neohitleriano, Di Cesare prosciolta. Ma la prof fa la martire e sventola la bandiera dell’Anpi

15 Mag 2024 13:26 - di Sara De Vico

Soddisfatta, e ci mancherebbe. Ma non rinuncia a un po’ di sano vittimismo e a lanciare nuovi anatemi contro il pericolo nero. Donatella Di Cesare, docente filosofa militante, è stata prosciolta dall’accusa di diffamazione ai danni di Francesco Lollobrigida, dopo essere stata rinviata a giudizio in seguito alla querela del ministro dell’Agricoltura. Che in un impeto barricadero antifascista aveva definito neohitleriano.

“Lollogrigida neohitleriano”, prosciolta Donatella Di Cesare

‘’Sono molto soddisfatta, perché ho vissuto il processo come una grande ingiustizia”,  dice giustificando nuovamente l’intemerata contro il ministro. “Il mio era un commento, un parallelo storico e non doveva essere un motivo per un processo. Mi preoccupa questa tendenza a criminalizzare il dissenso, le voci critiche. L’Italia democratica non merita questo”. Così la prof, ospite fissa a DiMartedì, al termine dell’udienza assistita dall’avvocato Mario Casellato. Nientemeno commossa per essere uscita indenne dal ‘processo ingiusto’. Gongolante per aver insultato, impunita, un membro del governo, festeggia la giornata mostrando impettita la bandiera dell’Anpi con il tricolore italiano.

La prof militante fa la vittima: sono preoccupata

Accusare qualcuno di neo-nazismo non costituisce reato, secondo il giudice monocratico di Roma. I fatti risalgono a un anno fa, al 18 aprile 2023, quando Lollobrigida in un intervento pubblico disse “non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica”, in un ragionamento ben più complesso sul fenomeno crescente della denatalità.  La sera dello stesso giorno, nel corso del talkshow di Floris su La7, la professoressa non aveva esitato a dire la sua sul polverone scatenato dalla sinistra, che per giorni ha riempito le cronache di sdegno in un processo di piazza mediatico al ministro Lollobrigida.

Parola d’ordine: vittimismo e vibrante fede partigiana

Ecco le parole testuali della Di Cesare. “La sostituzione etnica è un mito complottistico, è il cuore dell’hitlerismo. Credo che le parole del ministro non possano essere prese per uno scivolone, perché ha parlato da governatore neohitleriano”. Parole – si è poi giustificata –  “basate sui miei studi di anni su questo argomento”.

Il copione da martire del governo Meloni

Oggi il copione della prof rossa, che non è nuova a scivoloni (in occasione della morte di Barbara Balzerani omaggiò la terrorista con un post filo-brigatista “la tua rivoluzione è stata anche la mia, con malincuore un addio alla compagna Luna”), non cambia. Torna ad agitare lo spettro del neofascismo e a stracciarsi le vesti per una presunta censura del dissenso. Il tutto condito da una vibrante fede partigiana, immortalata dalla foto con la bandiera dell’Anpi pubblicata sui social. La professoressa-filosofa entra a pieno titolo nel “martirometro” lanciato da Daniele Capezzone su Libero. Sottotitolo “quanto sei pronto alla resistenza?”. Trattasi di un questionario per intellettuali, scrittori e nuovi partigiani in lotta contro il fascismo inesistente con tanto di kit per la epocale missione.

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