L’intervista. Muscatello (Assostampa Fvg): “L’appello contro il premio Grilz? Non aderiamo e non prendiamo le distanze”
“Noi annunciavamo solo la conferenza stampa. Col contenuto, che è tutto virgolettato, non c’entriamo niente”. Carlo Muscatello è il presidente di Assostampa Friuli Venezia Giulia, dalla cui email e sotto la cui intestazione è partito l’invito alla conferenza stampa con cui il gruppo “Trieste democratica e antifascista” ha lanciato un appello al boicottaggio del premio giornalistico Almerigo Grilz, figura a loro dire indegna di essere portata a modello per i giovani che si affacciano alla professione del giornalismo, sostanzialmente, per la sua militanza giovanile nel Fdg. Muscatello non impegna l’associazione, ma dalla sua posizione personale emerge come ancora, a distanza di quasi quarant’anni dalla morte sul campo, per alcuni Grilz resti, prima di tutto, il “neofascista”, proprio come sostengono i detrattori del premio e coloro che vorrebbero cancellare la memoria dell’«inviato ignoto», come lo definì il presidente della giuria del premio, Toni Capuozzo.
Presidente, Assostampa Fvg aderisce ai contenuti del comunicato di “Trieste democratica e antifascista”?
Non aderiamo. Noi ospitiamo la loro conferenza stampa al Circolo della stampa, che è una nostra emanazione e che è aperta a tutti, ci hanno chiesto di girare il comunicato e, come sempre in questi casi, lo abbiamo fatto. Ci hanno anche invitato, io e il segretario andremo. Se ci chiederanno di intervenire, interverremo.
Prendete le distanze dal contenuto dell’appello?
Non aderiamo e non prendiamo le distanze.
Lei ritiene condivisibile l’opposizione a un premio giornalistico dedicato ai giovani e intitolato a un collega ucciso mentre faceva il suo lavoro?
Avendo vissuto i decenni nei quali il compianto Grilz, prima di essere giornalista, era attivista di estrema destra e ci dicono protagonista di episodi violenti, io penso che comunque portarlo a esempio di buon giornalismo sia eccessivo, con tutto il rispetto per chi è caduto in una situazione anche piuttosto drammatica. Il fatto che una parte politica lo abbia un po’ eletto a simbolo, personalmente mi lascia perplesso. A Trieste gli hanno intitolato una via, adesso ci sono una mostra e il premio. Io lascerei il lutto ai parenti, ai colleghi, agli amici. Farne una bandiera – parlo a titolo personale, non impegno l’associazione – mi sembra eccessivo. Mi sembra che la destra al governo, sia a livello nazionale che locale, voglia in qualche modo farne un simbolo.
Nel 2008 venne apposta nella sede di Assostampa e Ordine la targa con tutti i nomi dei giornalisti caduti, compreso quello di Grilz. Lei disse che “la categoria dà un segnale di pacificazione” e che “noi vogliamo chiudere le polemiche”.
Pensavamo di averlo fatto in quella occasione, abbiamo messo la lapide con tutti i nomi, speravamo di aver chiuso le polemiche. Invece si riaprono per questa iniziativa del premio e della mostra.
Quindi Grilz non va ricordato per non riaprire le polemiche?
Ricordare Grilz di fatto ha riaperto le polemiche. Poi ognuno si ricorda i suoi senza problemi, ma ogni volta che viene fuori il suo nome ripartono le raccolte di firme e le polemiche.
Grilz è stato il primo giornalista italiano caduto in uno scenario di guerra dopo la fine della Seconda guerra mondiale…
Così ci hanno detto.
…il suo nome è scolpito sul monumento di Reporter sans frontieres in Normandia per i giornalisti caduti sul campo, i suoi reportage sono stati pubblicati su grandi testate nazionali e internazionali. La sua memoria appartiene solo a una parte?
Ci dicono che aveva lasciato l’attività politica, sicuramente era un giornalista a tutti gli effetti. Non esistono morti di serie A e serie B.
Se le chiederanno di intervenire alla conferenza stampa di “Trieste democratica e antifascista” cosa dirà?
Più o meno queste cose che ho detto a lei.