L’intervista. Crespi: il duello Schlein-Meloni sarebbe stato terapeutico, c’è bisogno di passione. Ora aboliamo la par condicio”

17 Mag 2024 15:14 - di Gloria Sabatini

“Sarebbe stato terapeutico per il male della politica. Avrebbe alimentato la passione, il dibattito, il tifo di cui si sente un gran bisogno”. Luigi Crespi non ha il minimo dubbio sullo stop all’attesissimo big match televisivo Meloni-Schlein. Che anche uno spin doctor, già sondaggista di Berlusconi ed esperto di comunicazione da lunga data come lui, attendeva come si aspetta un derby.

È stato un “errore” dell’Agcom? La par condicio ha fatto il suo tempo?

Credo che la legge sulla par condicio vada abolita in toto. E mi auguro che il governo Meloni prenda l’iniziativa, spero che possa riformare le regole dei processi democratici.

Con l’annullamento del duello televisivo chi ha vinto e chi ha perso?

Ha perso la democrazia perché la democrazia è confronto, è dialogo. L’intelligenza della gente non si basa sui bilancini dei burocrati, l’intelligenza è selettiva, per fortuna, sa distinguere e lo ha dimostrato.

Il duello non avrebbe accresciuto l’attenzione sul voto, finora piuttosto scarsa e dormiente? E magari dato una mano all’affluenza alle urne? 

Credo che in Italia l’ultimo confronto a due sia stato quello Berlusconi-Prodi nel 2006. Ancora oggi discutiamo del faccia a faccia tra Kennedy e Nixon, che perse perché sudava. E noi rinunciamo al faccia tra due donne leader delle principali forze politiche italiane? Pazzesco.

Un’occasione mancata

Ma certo. Si devono accendere le tifoserie, il dibattito, la discussione sui temi veri. Ben vengano i confronti televisivi, occorre ovviamente che ci sia una forma di regolamentazione.

Quanto avrebbe pesato sul successo del format il fattore donna? Avrebbe spostato voti?

Due donne che si confrontano su un’idea di Europa, da posizioni opposte,  sarebbe stato grandioso, un valore per la democrazia del nostro splendido paese. Certo sarebbe stata un’operazione win win. Non conosco nessuno che ha votato Meloni che dopo il duello potesse votare Elly o viceversa. Però l’operazione sicuramente avrebbe rinforzato e animato, esattamente quello che serve. Poi c’è una fascia che non sa per chi votare e che avrebbe potuto decidere di andare alle urne. In questa fase un confronto Meloni-Schlein sarebbe stato  terapeutico per il male della politica.

Ora c’è chi polemizza, Conte in testa, alimentando il racconto di una Meloni che fugge, dopo aver per prima lanciato la sfida. Ieri FdI ha invitato a non far perdere tempo alla premier

Io fossi nella premier andrei al confronto con Mentana. Però a una condizione minima: che il confronto sia tra i candidati. Conte, che non lo è, scegliesse il suo candidato, il suo frontman televisivo. Lo stesso faccia Salvini. Tajani giustamente aveva il diritto di dire ‘perché io no?’.

Insomma, La 7 ha fatto il colpaccio

Glielo auguro. La mia idea è: facciamo questi confronti e aboliamo la par condicio. A queste due donne straordinarie dico ‘non mollate’. Ci sono personaggi pesanti come Bettini che in maniera disgustosa, come avvoltoi, aspettano che la Elly inciampi per tornare indietro, senza argomenti se non la logica del potere.

Schlein la convince. Non avrebbe sfigurato di fronte all’indiscussa esperienza di Meloni?

Dico che sta lavorando per il cambiamento anche se è ondivaga, compressa  tra le correnti e la voglia di distruggerle. Mi viene in mente l’esempio del Gladiatore, che si è guadagnato l’eternità nel cinema cadendo nell’arena. Quello che conta, che resta è la lotta, il conflitto. Il solo fatto di aver accettato la sfida con la premier la rendeva simpatica, che non è il suo forte. La Giorgia avrebbe giocato un po’ come il gatto con il topo consentendole una via d’uscita. Sarebbe stata magnanima non avrebbe infierito, avrebbe dimostrato di essere il  grande leader che è.

C’è ancora da lavorare sulla comunicazione della leader dem…

Siamo all’anno zero. Schlein riesce a rendere non comunicativo anche il ‘ciao’. È involuta nel linguaggio, problematica nelle argomentazioni, disarmonica. La sua postura è rigida, non parla con il corpo.

E la premier?

Meloni parla fin troppo con il corpo. Nel corso del tempo è riuscita a mantenere un profilo identitario di donna del popolo, sofisticato ma non raffinato. Coniugando la postura con il suo tratto di ironia, riesce ad arrivare fino a Bolzano. E poi è molto seria sui contenuti. Anni fa, quando FdI era al 4%, le dissi ‘vedrai, presto il tuo partito arriverà a 2 cifre”.

Vespa non l’ha presa bene, “ci hanno impedito il confronto, a perdere è la democrazia”, ha detto

Non ho da anni rapporti con Vespa, ma è innegabile che tiene il dibattito politico in piedi da 50 anni. L’aggressione che vedo mi sembra davvero eccessiva e generata solo dall’invidia.

 

 

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