Liguria, i fratelli Testa tirano in ballo la dem Vincenzi: anche lei chiedeva i voti alla comunità dei riesini

15 Mag 2024 16:17 - di Redazione

Lo hanno ribattezzato con eccessiva disinvoltura il “sistema Toti”. ma secondo gli avvocati degli indagati tutti chiedevano voti alla comunità dei riesini. Perché i partiti chiedono voti, è in fondo quello il loro. E tutti si rivolgevano alla  forte comunità dei genovesi originari di Riesi (Caltanissetta).

Chiedeva voti a loro anche la dem Marta Vincenzi, ex sindaca di Genova. Per dimostrarlo, ed allontanare da sé il sospetto di corruzione elettorale con la finalità mafiosa a favore del gruppo politico di Toti in cambio di alcuni posti di lavoro, Italo Maurizio Testa (indagato con il gemello Arturo Angelo) non ha risposto alle domande del gip ma ha depositato agli atti una lettera firmata proprio da Marta Vincenzi.

Era il 2007 e Vincenzi era candidata sindaca di Genova per il centrosinistra e poi eletta. Nella missiva, Vincenzi, elogiando l’associazione, augurava una ulteriore integrazione tra genovesi e non. L’ex sindaca replica alla notizia ricordando che «ai tempi» non c’erano ancora state inchieste sulle infiltrazioni mafiose nella zona e, «anzi, quando anni dopo si è iniziato a sapere ho denunciato, in risposta ho ricevuto solo delle grandi pernacchie. Forse qualcuno avrebbe dovuto indagare meglio». Dalle indagini della Guardia di Finanza emerge che i fratelli Testa si sarebbero interessati ad altre tornate elettorali non solo in Liguria ma anche a Treviglio (Bergamo) e a Torino.

Dei fratelli Testa ha parlato durante un interrogatorio Ilaria Cavo, deputata eletta con Noi Moderati, sottolineando che i due l’avevano contattata con insistenza per procacciare voti in cambio di favori. Con modalità insistenti che la indussero ad allontanarli. Il loro punto di riferimento sarebbe stato, secondo i pm, Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti (nella foto) e responsabile della campagna elettorale della lista. L’uomo da votare, sempre secondo le ipotesi degli inquirenti, Stefano Anzalone, poi eletto in consiglio regionale nella lista arancione.

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