L’ideologia delle destre da Cavour a Meloni: spunti e idee per un pensiero conservatore

22 Mag 2024 16:58 - di Riccardo Arbusti

In una fase storico-culturale in cui la destra non è più, per usare una espressione del politologo Piero Ignazi, il “polo escluso” della politica italiana finalmente l’editoria fornisce – accanto a pamphlet polemici e privi di qualsiasi valenza storiografica o di analisi – studi seri e documentati per comprendere la traiettoria di una parte importante della topografia politico-ideologica della nostra vicenda nazionale. «Quante sono le destre», affermò negli anni Settanta rispondendo ad una domanda Giuseppe Prezzolini, «sono tre, trentatré o trecentotrentatré?». La battuta arguta, come nel suo stile, è contenuta in uno dei classici del pensiero del grande scrittore, Intervista sulla Destra, che fissava i contenuti filosofici e politici di quella che affermava essere la «destra che non c’è».

I testi usciti sulla storia della destra

Oggi che un partito conservatore e di destra è al governo si segnala, intanto, un serio excursus sulla storia della destra nelle sue diverse fasi repubblicane. Dal Movimento Sociale Italiano, la classe dirigente maturata all’ombra di Giorgio Almirante, fino all’esperienza che ha portato Fratelli d’Italia a esprimere il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Volti, ritratti, evoluzioni e svolte: di questo e molto altro si parla nel libro Le tre età della Fiamma, del politologo Marco Tarchi (Solferino, pp. 448, euro 19,50). Lo scorso anno era invece uscito La traversata della Destra, di Adalberto Baldoni e Federico Gennaccari, edito da Fergen (pp. 400, euro 20,00), un libro che aiuta non solo per la comprensione del successo di un partito politico, ma spiega anche il capovolgimento inaspettato di un’Italia che ha mostrato di voler cambiare dal 1946 a oggi. Utile anche La destra italiana. Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni di Paolo Macry (Laterza, pp. 168, euro 15,00), un saggio in cui l’autore svolge una lucida analisi nella duplice veste di storico e politologo, attraversando il lungo percorso che va dagli anni della Resistenza monarchica e liberale sino alla fine del Regno d’Italia e al referendum istituzionale del 1946, per arrivare in età repubblicana a Michelini, Covelli, Lauro, Almirante, Fini e Berlusconi, e soffermarsi adeguatamente alla conquista del governo da parte di Giorgia Meloni, tenendo sempre ben presente il più ampio scenario nazionale ed europeo.

L’ideologia delle destre: i due volumi di Rodolfo Capozzi

In questo scenario editoriale si segnalano anche i due volumi Destre italiane. L’ideologia delle destre politiche in Italia di Rodolfo Capozzi (Prospettivaeditrice, pp. 363 e 360, euro 18,00 cadauno). Si tratta di due volumi, introdotti dallo storico Marco Gervasoni, che tentano di ricostruire – nella sua difficoltà – il filo rosso di un processo che va dalla Destra storica post-risorgimentale alle forze politiche conservatrici e sovraniste, nella loro differenza, presenti nello scenario italiano attuale.

Interessante, in particolare, la parte che riguarda il secondo dopoguerra del Novecento. “In un paese – annota Gervasoni – che, fin dal 1946, guarda, nella sua maggioranza, soprattutto in direzione conservatrice, troviamo una destra divisa, dai monarchici ai missini (i quali peraltro non si definiscono tutti di destra). Da qui la necessità dei conservatori di ‘mascherarsi’ dentro la Dc, ben al di là delle componenti esplicite di destra dentro il partito cattolico, che peraltro neppure si definivano così (basti pensare a Scelba). Anzi tutte le volte che all’interno della Dc emergeva una proposta che si richiamava esplicitamente alla destra, e alla possibilità di far alleare con essa la Dc, si pensi all’operazione Sturzo, o a Gianni Baget Bozzo, o a Ferdinando Tambroni, e poi ancora negli anni Settanta, ai cento di Zamberletti, essa finiva per essere emarginata dagli stessi dc”.

La consapevolezza della destra conservatrice

Queste e altre vicende, sino agli scenari degli ultimi anni, sono ben raccontate dai due libri di Capozzi, testi non accademici ma non privi di rigore e di una ricca bibliografia. L’autore ha studiato e cita sostanzialmente tutti i libri pubblicati sulla destra italiana. Nel suo excursus si va da Cavour, Sonnino e Salandra, ai nazionalisti, alle componenti conservatrici nel fascismo, per arrivare al secondo dopoguerra e alle varie formazioni schierate a destra. “Una dettagliata, seppur non esaustiva per limiti di spazio, analisi del fascismo, dell’antifascismo e del postfascismo – rileva Capozzi – cerca di spiegare un apparente paradosso: allo stesso tempo il vuoto pneumatico fino agli anni Novanta di una destra politica in Italia consolidata e strutturata ha avuto conseguenze negative…”. A cominciare dalla mancata consapevolezza di una vera destra conservatrice che – apparsa solo per frammenti tra Longanesi e Montanelli, tra Prezzolini e Guareschi – ha impedito per troppi anni l’affermazione politica dell’anima maggioritaria dell’immaginario italiano.

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