Libertà di stampa, i dati parlano chiaro: da Monti a Letta, da Renzi a Draghi l’Italia stava peggio

3 Mag 2024 14:07 - di Valter Delle Donne

Non abboccate all’ultima bufala della sinistra: l’Italia che si piazza al 46mo nella classifica internazionale sulla libertà di stampa del 2024 , non dipende dal governo Meloni. E, se dovesse dipendere dal governo di centrodestra, bisogna fare attenzione ai precedenti. Perché la stampa in Italia non è mai stata libera come adesso, se riteniamo attendibile la classifica stilata da Reporter Senza Frontiere.

Oltre al risalto dato all’Italia che scende dal 41mo al 46mo posto, va ricordato che anche l’anno scorso al governo c’era Giorgia Meloni. Semmai, risulta interessante ricordare che, proprio nel 2023, l’Italia aveva recuperato 17 posizioni rispetto al 2022, quando si era classificata al 58mo posto nella classifica della libertà di stampa. Chi c’era all’epoca al governo? Tutti tranne appunto il partito di Meloni. A guidare quell’esecutivo c’era Mario Draghi, ma guarda caso, nessuno di quelli che lanciano allarmi ora, dal Pd al Movimento 5 Stelle, gridava al pericolo Draghi o alla deriva “orbaniana”.

La classifica di Rsf sulla libertà di stampa va letta tutti gli anni

Ma torniamo indietro nel tempo, per avere una cartina di tornasole più ampia. Com’era lo stato di salute della libertà di stampa con i magnifici governi di centrosinistra? Decisamente più cagionevole rispetto a quello attuale della destra a Palazzo Chigi. Ecco i precedenti, per zittire, le Cassandre a intermittenza del centrosinistra.

Se vi basta l’ultimo decennio, torniamo indietro al 2012, governo tecnico voluto da Giorgio Napolitano: il mitico SuperMario Monti al governo. Dove stava l’Italia? Tenetevi forte: era sprofondata al 61mo posto nel mondo, nel silenzio di chi in queste ore, sta gridando al regime, a TeleMeloni e ad altre sinistre corbellerie. E magari sta rimpiangendo i bei tempi del governo Monti.

Italia al 77mo posto nel 2016 ma nessuno gridava a TeleGentiloni

Risaliamo sulla macchina del tempo e torniamo al  2013: governo di Enrico “Stai sereno” Letta. Quando c’è il Partito democratico a Palazzo Chigi i giornalisti italiani stanno più sereni pure loro. Infatti, il nostro Paese galleggiava al 57mo posto in classifica, undici posizioni più in basso di oggi. Avete letto proteste o allarmi? E, se l’anno successivo con Matteo Renzi premier l’Italia era risalita in classifica nella libertà di stampa, anche con l’attuale leader di Italia Viva il nostro Paese stava tre posti più in basso rispetto al 2024 (49mo posto nella classifica mondiale). Anche in quel caso ricordate qualche dichiarazione preoccupata? Il colmo, però, è stato raggiunto con il governo successivo. Ovviamente sempre guidato dal centrosinistra. Con il rasserenante governo Gentiloni, nel 2016 l’Italia era scivolata addirittura al 77mo posto nella classifica mondiale. Ripetiamo la domanda: ricordate i giornalisti in piazza, scioperi in Rai, allarmi al Concertone, qualcuno che gridava a TeleGentiloni? Tutti zitti.

Insomma, la classifica viene letta e citata solo quando fa comodo alla sinistra. Per completezza d’informazione, sotto i governi Conte, l’Italia ha oscillato tra il 46mo posto (come oggi) e il 41mo (come l’anno scorso sotto il governo Meloni). Alla radio imperversavano i Maneskin, vincitori prima a Sanremo e poi al’Eurovision con “Zitti e buoni”. In quegli anni, l’hanno intonata in parecchi.

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