Israele, dal governo sì unanime all’offensiva a Rafah. Una fonte: “Stop se Hamas accetta l’accordo”

6 Mag 2024 13:45 - di Agnese Russo
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In Israele il governo ha approvato all’unanimità il lancio di un’offensiva militare su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo rende noto il sito di Ynet precisando che l’operazione dovrebbe iniziare entro pochi giorni. Dallo stesso sito, un funzionario di Tel Aviv, rimasto anonimo, ha anche precisato che se Hamas accettasse la proposta di accordo per la liberazione degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, il governo israeliano ritirerebbe l’autorizzazione all’operazione.

Il messaggio di Israele alla popolazione di Rafah: “Iniziate l’evacuazione”

Nelle scorse ore i militari israeliani avevano distribuito volantini e inviato messaggi con i quali invitavano i residenti di Rafah e i numerosi profughi che vi hanno trovato rifugio a trasferirsi in altre zone. Un’iniziativa che Hamas ha commentato dicendo che “la decisione israeliana di iniziare l’evacuazione della popolazione fermerà i negoziati sull’accordo, che erano progrediti bene”. “Eravamo vicini a un accordo”, ha detto un funzionario al sito Walla, citato dal Times of Israel, aggiungendo che “Netanyahu si illude che la minaccia di un’invasione di Rafah metta sotto pressione Hamas. Porterà solo al fallimento dei negoziati”.

L’Anp accusa Tel Aviv: “Si prepara a commettere genocidio”

Per l’Anp con il via libera all’operazione militare di terra a Rafah, Israele si sta ”preparando a commettere il più grave crimine di genocidio”. ”Un milione e mezzo di cittadini palestinesi saranno sottoposti al massacro genocida e allo sfollamento”, ha detto il portavoce della presidenza dell’Autorità nazionale palestinese, Nabil Abu Rudeineh, chiedendo agli Stati Uniti di intervenire per non esserne corresponsabili. “Pertanto, chiediamo all’amministrazione americana di agire immediatamente per prevenire genocidi e sfollamenti, e di ritenere Israele responsabile delle gravi violazioni che commette contro il diritto internazionale prima che sia troppo tardi”, ha concluso Nabil Abu Rudeineh.

Il valico al confine con l’Egitto resta aperto

L’Egitto, intanto, ha precisato che contrariamente alle voci circolate, il valico di frontiera di Rafah, resterà aperto per il passaggio di aiuti e persone. Un funzionario della Mezzaluna Rossa egiziana ha riferito che 40 camion carichi di aiuti medici e umanitari hanno attraversato il confine, mentre altri 250 camion sono in attesa di farlo. Più di 1.000 persone sono passate da Gaza all’Egitto, tra cui 800 palestinesi, egiziani e di altre nazionalità straniere, ha affermato l’organizzazione, aggiungendo che 25 operatori umanitari sono entrati a Gaza.

Tajani: “La pressione diplomatica c’è stata, Hamas ha detto no a ogni tipo di accordo”

“L’attacco di Israele a Rafah? La pressione diplomatica c’è stata, Hamas ha detto poi no a qualsiasi tipo di accordo, ieri Hamas ha attaccato di nuovo Israele lanciando missili proprio da Rafah, quindi evidentemente non c’è volontà di arrivare a un accordo neanche da parte di Hamas, che deve tenere presente che si sta facendo scudo della popolazione civile”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “L’esercito israeliano stamane ha chiesto di lasciare alcune parti di Rafah” e questo, ha proseguito il titolare della Farnesina, ” fa presagire un possibile attacco, abbiamo sempre insistito sulla popolazione civile, bisogna usare la massima prudenza e ora ci auguriamo che tutti usino la prudenza e si possa arrivare finalmente a un cessato del fuoco e poi alla nascita di quei stati che si riconoscono mutevolmente”. “Questo è l’obiettivo, nonostante un peggioramento della situazione in questo momento, mi auguro sempre che ci possa essere poi un ripensamento, noi dobbiamo perseguire l’obiettivo finale che è quello di due popoli e due stati”, ha concluso Tajani.

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