I telemartiri della Rai cancellano il passato. E sulle censure quanti scheletri nell’armadio…

7 Mag 2024 17:51 - di Vittoria Belmonte

C’è una nuova martire del “regime” di destra che imperverserebbe – secondo la sinistra – in Italia e nella tv pubblica: si chiama Enrica Agostini e fa parte del cdr di Rainews24. Partecipando all’assemblea di Usigrai che aveva indetto uno sciopero per il 6 maggio ha lanciato parole di fuoco contro l’attuale dirigenza di viale Mazzini e il video del suo intervento sta dilagando sui social. Dovrebbe dimostrare quanto stiamo scivolando in quella “deriva orbaniana” che è il nuovo mantra della sinistra e del Pd. Deriva orbaniana anche per l’informazione, ovviamente, dimenticando che l’unico giornalista a fare la galera perché denunciato per diffamazione da un capo del governo (De Gasperi) fu il giornalista di destra Giovanni Guareschi. Era il 1954.

Enrica Agostini e le accuse a TeleMeloni

Cosa sostiene Enrica Agostini? “Lavoro nel politico da 20 anni, ma non ho mai subito le pressioni e le censure che subisco in questo periodo”. Esempi? Lollobrigida che ferma il treno, notizia data con troppo ritardo. Giambruno che fa battute sessiste alle colleghe, notizia data con troppo ritardo. Effettivamente come avrebbero potuto gli italiani godere di un’informazione completa senza sapere di questi sensazionali eventi? Agostini prosegue la sua denuncia: la redazione è stata costretta a dare notizia dei complimenti di The Telegraph a Giorgia Meloni. Ma perché? L’apprezzamento internazionale verso un premier che rappresenta l’intera nazione sarebbe notizia da nascondere? La giornalista conclude raccontando che lei deve contrattare le parole da mettere nel pezzo e questo succede con la destra e non con la sinistra. Insomma, prima andava tutto bene. Vigeva il “rutto libero” per dirla con Fantozzi.

I casi di Vianello, Tognazzi e Tortora

A questo punto, e dinanzi ad accuse così gravi, sarà bene riavvolgere il nastro e fare uno sforzo di memoria. Ci sono stati, nella storia della Rai, casi davvero eclatanti (non notizie date in ritardo ma censure vere e proprie). Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi, nel lontano 1959, si videro cancellare il loro programma – “Un, due, tre” – per un accenno al fatto che il presidente Giovanni Gronchi era caduto alla Scala in quanto gli avevano spostato la sedia.

Enzo Tortora nel 1962 fu allontanato per anni dalla Rai solo per aver ospitato in un suo programma, Telefortuna, l’imitatore Alighiero Noschese. Noschese in quel periodo replicava in teatro uno spettacolo in cui faceva un’imitazione irriverente del presidente del consiglio Amintore Fanfani (Dc). Nel 1962 l’epurazione toccò a Dario Fo per uno sketch sulle morti bianche.

Le liste di proscrizione di Beppe Grillo

Tutti ricordano la fatwa berlusconiana contro Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. Quasi nessuno però ha memoria della puntata di Porta a Porta sulla satira politica (si sarebbe parlato di Forattini querelato) cancellata in era D’Alema. Era il 1999.

Pochi ricordano, o fingono di non ricordare, le liste di proscrizione che Beppe Grillo compilava sul suo blog a danno dei giornalisti italiani. E il codice Rocco (Casalino) denunciato da Gaia Tortora: i Cinquestelle volevano andare in tv senza contraddittorio. E ancora Giuseppe Conte che maltratta la giornalista che osa chiedergli della mancata zona rossa a Bergamo.

Renzi il rottamatore

E di Matteo Renzi, che era a capo del Pd e ha fatto la riforma della Rai che dà al governo i poteri di nomina dei vertici? Argomento da evitare. Anche se l’attuale leader di Italia Viva ironizza sullo sciopero Usigrai: “Diciamo che l’unico peggioramento che ho visto alla Rai potrebbe essere che Ranucci va più in onda di quando ci siamo stati noi. Credo che abbia iniziato a andare in onda proprio con noi, ma battute a parte, che la Rai abbia dentro la propria storia tantissimi anni di intervento dei partiti lo sappiamo tutti. Non c’è bisogno di aggredire una riforma come la nostra che era molto semplice e permette a un dipendente della Rai di entrare nel Consiglio d’amministrazione. Penso sia evidente che Ranucci abbia un problema personale. Mi dispiace per lui”. Renzi comunque, da leader del Pd, fu il rottamatore di massimo Giannini e di Milena Gabanelli.

La trasmissione di Porro cancellata nel silenzio generale

Per non dire degli applausi scroscianti a Mario Draghi in conferenze stampa che il Fatto ha ribattezzato parlando di “stile “coreano”.  E delle polemiche su Mario Monti che non si sapeva se andava sulla tv pubblica da presidente del Consiglio o da candidato. E infine rimbomba – e resta senza risposta – la domanda rivolta all’Usigrai da Nicola Porro: ma scusate, dov’eravate quando hanno cancellato da  Rai Due la mia trasmissione Virus? E quando hanno cancellato la trasmissione di Giletti. Già. Si sono svegliati solo ora.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *