Gender, Concia: l’estremismo ideologico non aiuta la causa. E rischia di penalizzare le donne

21 Mag 2024 13:41 - di Redazione

La questione gender è sempre più un’ideologia divisiva, una clava per criminalizzare chiunque esprima perplessità ed etichettarlo come un reazionari transfobico da processare, soprattutto sui social. Al Nazareno non tutti si allineano alla vulgata iper-ideologica come una bandiera da sventolare. C’è chi come Paola Concia, ex parlamentare, un profilo  da femminista e attivista Lgbt, non condivide le estremizzazioni ideologiche che nel nome dell’uguaglianza finiscono per escludere il maschile e il femminile. Nessun dogma, nessuna religione, dice in sostenza l’ex deputata un po’ delusa dal Pd.

Gender, Concia: attenti agli estremismi ideologici

“Non si tratta di uno scontro di civiltà – premette, intervistata dal Messaggero –  ma di un conflitto sociale e culturale da affrontare assieme tenendo presente la vita delle persone, senza arrivare ad eccessi o financo alla cancellazione dei diritti delle donne”. Ma – e qui sta il nodo – “i diritti di alcuni gruppi non possono di certo andare a scapito dei diritti di altri gruppi”. “Ricordiamoci che degli omosessuali non si poteva nemmeno parlare ai tempi di quando ero ragazza. Oggi ho 60 anni e i giovani sono fluidi, la loro sessualità è fluida e a quella età forse è sempre stato forse un po’ così. Si tratta quindi di prenderne atto”. Ma l’eccessiva ideologizzare delle tematiche gender non serve a nessuno dei due ‘schieramenti’.

La polarizzazione rischia di penalizzare le donne

“La corrente culturale che vuole affermare nuovi diritti- osserva Concia –  ha agito tantissimo nelle sedi istituzionali, ha fatto lobbying. Le istituzioni che non vogliono essere escludenti devono fare molta attenzione altrimenti i diritti di un gruppo andranno a detrimento di quelli di un altro, in questo caso delle donne che, ripeto, non sono una minoranza”. Al contrario però l’Italia – sostiene – ha sbagliato a respingere il documento europeo, “perché i conservatori in questa visione percepiscono rischi epocali con visioni esagerate. Diciamo che c’è molta ideologia anche da parte loro, non vedo alcun pericolo per la fine della specie umana”.

Serve un dialogo per il bene delle persone coinvolte

L’ex parlamentare dem pensa a un approccio de-ideologizzato. “Si deve trovare un dialogo per il bene della vita delle persone coinvolte, da una parte e dall’altra. Senza essere sordi e senza irragionevolezza”. Pericoloso anche l’afflato di inclusività con le persone binarie, “bisogna fare attenzione ai rischi che si corrono. Lo dico laicamente”, aggiunge Concia che teme che la “fortissima ideologizzazione” possa “indebolire di riflesso i diritti femminili raggiunti dagli anni settanta in poi. “In questa polarizzazione ci rimettono le donne e, aggiungo io, pure le persone Lgbt perché alla fine nessuno fa un passo in avanti. Siamo sicuri come movimento Lgbt che questa strada politica sia davvero efficace? Io direi di no. Anche il linguaggio inclusivo è un problema?

“Sono perplessa sulla cancellazione delle differenze”

«Capisco l’esigenza delle persone trans e le persone non binarie di essere incluse nel linguaggio corrente ma non capisco questa tendenza a cancellare le donne. Alla fine risulta una battaglia ideologica. Sono sempre stata perplessa sulla cancellazione delle differenze, questo linguaggio inclusivo guarda caso è un linguaggio che esclude le donne e non gli uomini”.

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