Fiat Topolino “made in Marocco” sequestrate. Urso gela Stellantis: “La legge è uguale per tutti”

20 Mag 2024 14:34 - di Luisa Perri
fiat topolino

“La legge è uguale per tutti, in ogni settore. Quella norma fu da me realizzata quando ero consapevole del fenomeno della globalizzazione, soprattutto quando era impegnato a contrastare l’Italia sounding nel mondo e fu fatta nel 2003, quindi son passati vent’anni. È una legge peraltro in piena sintonia con l’accordo internazionale di Madrid sottoscritto da 53 nazioni che si impegna a contrastare le indicazioni fallaci”.  Con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso replica a Venezia alle domande dei giornalisti che gli chiedono di commentare il caso delle Fiat Topolino sequestrate perché prodotte in Marocco ma recanti un adesivo con il tricolore italiano.

Urso: “No alle indicazioni fallaci, difendiamo il Made in Italy”

“Le indicazioni fallaci sono alla base dell’Italia sounding che è un fenomeno che ha colpito e colpisce le nostre produzioni di eccellenza e per questo è ovvio che dobbiamo tutelare chi produce il lavoro nel nostro Paese. E chi magari lo fa legittimamente in altri Paesi deve in tal contesto essere trasparente con i consumatori” ha poi aggiunto Urso. E sulle obiezioni di Stellantis, l’esponente di FdI ha precisato al Messaggero.  “Noi ci auguriamo e lavoriamo affinché Stellantis affermi la sua leadership di produttore nazionale proprio perché tutti siamo ben consapevoli del valore aggiunto del Made in Italy, ovunque percepito come marchio di qualità ed eccellenza”. E se Tavares vuole importare e vendere nella rete Stellantis anche auto prodotte in Cina, “noi intendiamo invece sostenere la produzione interna e quindi il lavoro dell’impresa italiana con la sua filiera”, ha aggiunto Urso.

Rampelli sul sequestro delle Fiat Topolino: “Grazie alle Fiamme Gialle che hanno scoperto l’abuso”

Sul sequestro a Livorno di 134 veicoli ‘Topolino’ della Stellantis, prodotti in Marocco ma con i contrassegni della bandiera italiana usata come simbolo del Made in Italy, è intervenuto anche Fabio Rampelli. Per il vicepresidente della Camera, il sequestro “dimostra quanto la lotta alla contraffazione sia un’eccellenza della nostra Guardia di Finanza e delle Dogane italiane. Il titolo di Made in Italy, tutelato dall’art. 517 e dall’art. 4 comma 49 della legge 350 del 2003, prevede che ci si possa fregiare di questo marchio solo e quando tutta la filiera produttiva è realizzata in Italia. Viceversa – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – se un prodotto viene realizzato fuori dai confini nazionali e poi viene commercializzato in Italia è di tutta evidenza che non c’è alcuna ragione per cui ci possa usare, e abusare, del marchio Made in Italy. Un ringraziamento speciale dunque a quei servitori dello Stato la cui attività deve proseguire e che va valorizzata e incoraggiata soprattutto se il valore da preservare è quello della nostra capacità innovativa e creativa, fiore all’occhiello del genio italiano. Giova ricordare – conclude Rampelli – che sempre la GdF ha scoperto l’abuso del nome ‘Milano‘ per vetture dell’Alfa Romeo prodotte in Polonia su cui giustamente il ministro Urso è intervenuto”.

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