Ennesimo atto di “bullismo” di De Luca: ecco in 10 esempi un’antologia dei suoi insulti e deliri (video)
De Luca oltre se stesso: tracima ben oltre i limiti dell’accettabile e sconfina da tempo nel grottesco. Più che uno “sceriffo” nel far west campano, una farsesca controfigura di se stesso. Ormai impossibile tenere il conto degli aggiornamenti che il governatore della Campania apporta pressoché settimanalmente al nutrito campionario di insulti e sfregi verbali indirizzati a uomini e donne delle istituzioni, giornalisti, avversari e colleghi di partito. Indifferentemente.
De Luca contro don Patriciello, l’ultimo atto di un vergognoso cabaret di insulti
Un’irruenza verbale, quella del governatore, che tra epiteti coloriti, paragoni offensivi e parolacce, mette puntualmente in scena più che il teatrino della politica di berlusconiana memoria, un indecoroso cabaret in cui, calcando il tratto sul personaggio che si è abilmente costruito, e che ormai è irrimediabilmente (volontariamente?) degenerato in una caricatura, rende sempre più difficile distinguere tra il De Luca in carne e ossa e la macchiettistica interpretazione che Maurizio Crozza gli riserva in tv.
De Luca, la parodia di se stesso
Uno spettacolo indegno con cui – il sospetto sorge spontaneo – dare corpo e voce (e che voce impostata) a quella che sembra essere diventata una strategia comunicativa che ha fatto di turpiloquio e offesa sistematica dell’avversario la foglia di fico con cui coprire, a fatica, vuoto etico, mancanza di proposte, e anni di mal governo in Campania. Oggi, l’ultima grave esternazione sparata contro don Patriciello. Ma ripercorriamo, in un rapido – e sicuramente non esaustivo – compendio, il campionario degli insulti sparati a raffica e nel mucchio.
Un compendio degli insulti di De Luca in 10 punti
1) Era il 9 febbraio scorso quando, in una delle sue rinomate dirette Facebook, De Luca diede dei «farabutti» e dei «conigli» al governo. E quando, parlando dei fondi Ue, il Governatore attaccò a mani basse: «È tutto bloccato per una banda di imbecilli che abbiamo a Roma»… Proseguendo: «Rinnovo pubblicamente la sfida a un dibattito pubblico sulla gestione dei fondi europei e sul livello di spesa. Rinnovo la sfida al presidente del Consiglio: sono pronto e disponibile dove e quando vuole, sia lei che il valoroso ministro. Ma scappano. Vediamo se Fitto ha lo stomaco e anche gli attributi per accettare dopo un anno e mezzo di blocco dei fondi. Sono conigli perché non hanno argomenti seri con cui giustificare la loro delinquenza politica. È ovviamente un atto alla Campania e al Sud perché se ne infischiano»…
2) Appena pochi giorni dopo, il 14 febbraio, si sarebbe “concentrato” invece sul ministro Sangiuliano a cui, dai microfoni dei giornalisti ha dato del «parcheggiatore abusivo».
3) Una incontinenza verbale, quella di De Luca scatenato contro il governo, che già a maggio 2023, blaterando contro tutto e tutti (degli «svergognati» a sua detta) lo ha portato addirittura a invocare la guerra civile: «In queste condizioni è dura, è complicato, veramente dobbiamo passare alla lotta armata, non voglio dire il lanciafiamme, ma siamo a quel punto».
4) E non che negli anni siano rimasti incolumi dai suoi attacchi esponenti del Pd («Oggi il Pd è a metà fra Lotta Continua e lo Zecchino d’oro».
5) O quando definì un «membro della segreteria» (Sandro Ruotolo ndr), «anche esteticamente impresentabile: una sorta di spinone a pelo lungo».
6) Lui che sconfessando per l’ennesima volta la Schlein, il 23 ottobre 2023 ha proposto anche: «Al Nazareno, dovrebbero aprire una sezione distaccata di psichiatria»…
7) Ma di insulti, negli anni, De Luca ne ha avuti per tutti. Come quando, rivolto ai Cinque stelle, disse: Quelli del M5s sono mezze pippe, che li possano ammazzare (10 settembre 2016)
8) E non che in questi anni se la sia presa solo con i politici. Tragi-comicamente celebri le sue perfomances cabarettistiche contro i giornalisti. Una su tutte quella in cui diede degli «imbecilli» ai giornalisti che documentavano le condizioni dell’Ospedale Cardarelli di Napoli (23 luglio 2017)
9) O quando apostrofò lo scrittore Mauro Corona come un troglodita vestito come un capraio”. Anzi le parole di De Luca a commento dei palinsesti televisivi il 7 luglio del 2023 furono esattamente: «Ho visto che se ne va la Berlinguer dalla Rai. Ora, pensare di non poter più vedere quel Neanderthal che veniva ospitato nella sua trasmissione, quel troglodita che si presentava vestito come un capraio afgano, un cammelliere yemenita, io sto male a immaginare che non avremo più quell’immagine di raffinatezza e di eleganza»…
10) Oggi, l’ultimo scempio: quello ai danni di don Patriciello.