Crosetto: “Il mondo è cambiato, anche l’esercito deve farlo”. Meloni passa in rassegna le truppe sotto la pioggia

3 Mag 2024 14:58 - di Luciana Delli Colli
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“Il mondo è cambiato improvvisamente e noi dobbiamo adeguare le nostre Forze armate e l’Esercito“. A dirlo è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, partecipando alla cerimonia per il 163° anniversario dell’Esercito, all’ippodromo militare “Gen. C.A. Pietro Giannattasio” di Tor di Quinto a Roma. All’evento ha preso parte anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che con Crosetto ha passato in rassegna lo schieramento di una brigata di formazione in rappresentanza di tutte le specialità dell’esercito su un veicolo tattico militare scoperto, nonostante la pioggia battente.

Crosetto: “Il mondo è cambiato, anche le forze armate devono farlo”

“La sfida del cambiamento è quella più difficile perché riguarda anche ognuno di noi, il nostro modo di pensare”, ha proseguito Crosetto, che prima di iniziare il suo discorso ha ringraziato, tra gli altri, Meloni “che oggi ci omaggia della sua presenza”. “È difficile adeguarsi, ma la sfida del cambiamento non riguarda solo la Difesa ma anche il Parlamento, il governo, che dovranno cambiare il modo con cui ci siamo rapportati al mondo”, ha proseguito il ministro, ricordando che in questo mondo “abbiamo pensato sparissero le guerre e la necessità di una difesa che fosse pronta ad affrontare un conflitto”. “La sfida del cambiamento riguarda Forze Armate e istituzioni, ma anche l’industria e il modo in cui collabora con la Difesa. Dobbiamo correre”, ha avvertito Crosetto.

Dall’età media dei sottufficiali al ruolo dell’industria: “Dobbiamo correre”

Il ministro si è poi soffermato sul fatto che “dobbiamo essere chiari e dire che questo tipo di Forze armate – e per il servizio che si prospetterà nei prossimi anni – probabilmente non potrà più permettersi un’età media di 49 anni o 47 per i sottufficiali”. “Dovrà cambiare la selezione, l’età media, il modo in cui trattiamo una parte del pubblico impiego in modo diverso da un altro. Fare il soldato, al quale viene chiesto di essere impegnato 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno e di essere disposto ad andare da una parte all’altra del mondo mettendo a rischio la propria vita, è diverso da un altro lavoro pubblico o privato. E questa specificità – ha sottolineato Crosetto – va riconosciuta”.

I militari “ambasciatori all’estero e presidio e difesa dell’Italia”

Poi, rivolgendosi ai militari, il ministro ha spiegato che “non penso che siate eroi, a nessuno di noi è chiesto di esserlo, ma nel momento opportuno a ciascuno di noi è chiesto di scegliere di stare dalla parte giusta, di saper discernere tra il bene e il male”. “Migliaia di militari lo hanno fatto negli anni senza rendersene conto, dando al mondo una immagine dell’Italia di cui io e il presidente del Consiglio godiamo ogni volta che ci muoviamo”. “In tanti Stati conoscono il nostro Paese attraverso l’impegno di militari italiani, che hanno portato con loro divisa una umanità, un modo di essere, un rispetto, un coraggio che ci ha fatto apprezzare. Voi siete stati, inconsapevolmente, ambasciatori del nostro Paese in luoghi dove nessuna azienda è arrivata o un ministro è andato”. “Nei prossimi anni – ha quindi concluso Crosetto – dovrete essere anche quello per cui siamo nati: il presidio e la difesa dell’Italia, delle libere istituzioni italiane. Ne sarete all’altezza perché indossando la divisa uno sa che diventa lo Stato, la Repubblica. Grazie a tutti voi per quello che fate”.

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