Colosimo: “Alle Europee sette candidati in violazione delle regole”. Chi sono gli “impresentabili”
Sono sette i candidati alle prossime elezioni europee risultati ‘impresentabili’, dalle verifiche svolte dalla Commissione parlamentare Antimafia, in violazione del codice di autoregolamentazione. Lo ha comunicato la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nell’ambito della seduta plenaria della Commissione, riferendo l’esito dei tradizionali controlli sui cosiddetti ‘impresentabili’.
Per l’Antimafia, 7 “impresentabili” alle Europee. Chi sono
Dalle verifiche della Commissione, ha riferito Colosimo, risultano “in violazione del codice di autoregolamentazione sette candidature”. Si tratta di Angelo Antonio D’Agostino candidato Fi-Noi moderati-Ppe nella circoscrizione Italia Meridionale. Marco Falcone candidato Fi-Noi Moderati-Ppe per la circoscrizione Italia insulare. Alberico Gambino candidato Fdi nella circoscrizione Italia Meridionale. Filomena Greco candidata per Stati Uniti d’Europa nella circoscrizione Italia meridionale; Luigi Grillo candidato per Fi-Noi moderati-Ppe nella circoscrizione Italia Nord occidentale. Antonio Mazzeo candidato Pd nella circoscrizione Italia centrale e Giuseppe Milazzo candidato FdI nella circoscrizione Italia insulare.
Colosimo: “Invertita la tendenza: i nomi fatti non poco prima del voto”
“Sono particolarmente contenta perché in questo mio primo anno di presidenza siamo riusciti a invertire la tendenza: quella di non dare i nomi degli ‘impresentabili’ il giorno prima o pochi giorni prima del voto”: sono le parole di Chiara Colosimo, al termine della seduta della stessa Commissione. “Lo abbiamo fatto grazie al lavoro della Direzione nazionale Antimafia e del procuratore nazionale Antimafia. Che ci hanno trasmesso gli elenchi in tempo congruo per verificarli a nostra volta grazie al lavoro dei magistrati consulenti in Commissione”. “Questo permette una corretta informazione a chi andrà a votare”. In generale secondo Colosimo “bisogna ritornare al controllo preventivo: cioè prima della presentazione delle liste”. Ma “ogni partito giustamente fa le sue valutazioni”. La Commissione intanto è al lavoro sulla modifica del codice di autoregolamentazione: “Le modifiche sono state già presentate e a mio avviso la discussione per portarle a versione definitiva deve essere rapida”.
Europee: gli “impresentabili” nelle liste e i motivi
Colosimo ha poi spiegato per quali motivi le sette candidature risultano in violazione del codice di autoregolamentazione. Nei confronti di Angelo Antonio D’Agostino, candidato al parlamento europeo per la lista ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ Circoscrizione Italia meridionale “risulta emesso in data 25 marzo 2016 il decreto del gup presso il Tribunale di Roma; che dispone il giudizio per il reato di cui agli articoli 319 e 321 del codice penale: (corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio). E la prossima udienza dibattimentale innanzi alla II sezione penale del Tribunale di Roma è fissata al 26 giugno 2024”.
Nei confronti di Marco Falcone, candidato per la lista ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ Circoscrizione Italia insulare, “nel luglio 2023, è stato disposto il rinvio a giudizio per il reato di cui all’articolo 81, 110, 117, 319-quater del codice penale: (induzione indebita a dare e promettere utilità) – ha spiegato Colosimo -. È in corso il giudizio di primo grado, davanti al Tribunale di Palermo, con prossima udienza fissata al 26 settembre 2024”. Per lo stesso candidato “in data 22 dicembre 2020, è stato inoltre disposto il rinvio a giudizio per il reato di cui agli articoli 56, 81, 110, 317 del codice penale (tentata concussione). È in corso il giudizio di primo grado, davanti al Tribunale di Catania, con prossima udienza fissata al 28 maggio 2024”, ha sottolineato Colosimo.
Colosimo: violato il codice di autoregolamentazione
Quanto ad Alberico Gambino, candidato per FdI nella Circoscrizione Italia meridionale, “con ordinanza dell’1 ottobre 2019 il Tribunale di Nocera Inferiore – ha spiegato Colosimo – ha dichiarato la decadenza del predetto candidato dalla carica di sindaco del comune di Pagani; essendo divenuta definitiva la sentenza con la quale era stata dichiarata la temporanea incandidabilità di Gambino, quale amministratore che ha dato causa allo scioglimento del consiglio comunale di Pagani; disposto con dpr del 26 luglio 2011, ex articolo 143 comma 1, Tuel”, ha spiegato Colosimo. Risultando “in violazione dell’articolo 1, comma 2, lettera c) del codice di autoregolamentazione“. Nei confronti della candidata “Filomena Greco, per la lista ‘Stati Uniti di Europa’ nella circoscrizione Italia meridionale”, Colosimo ha spiegato: “In data 9 gennaio 2024 è stato disposto il rinvio a giudizio per i reati di cui agli articoli 81, 110, 353-bis del codice penale: (turbata libertà del procedimento di scelta del contraente). Ed è in corso il giudizio di primo grado, davanti al Tribunale di Castrovillari, con prossima udienza fissata al 21 giugno 2024”.
I rilievi e le reazioni dei candidati
Riguardo alla candidatura di “Luigi Grillo, candidato al parlamento europeo per la lista ‘Forza Italia Noi Moderati Ppe’ Circoscrizione Italia nord-occidentale”, Colosimo ha evidenziato: “Dal certificato del casellario giudiziale risulta emessa dal gip del Tribunale di Milano sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti del 27 novembre 2014, irrevocabile il 19 dicembre 2014; con condanna alla pena di 2 anni e mesi 8 di reclusione; e con la pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per 5 anni, per i reati di cui agli articoli: 416, commi 1, 2 e 3, codice penale: (associazione per delinquere), commesso dal settembre al 2012 e fino al maggio 2014; 110, 353, 353-bis, codice penale: (turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente), commesso fino al marzo 2014; 110, 319, 321, 353-bis codice penale: (corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente), commesso dall’ottobre 2013 e fino al marzo 2014; 110, 81, comma 2, 353, commi 1 e 2, 353-bis codice penale: (turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente), commesso dal settembre 2012 e fino al febbraio 2014; 110, 319, 321 codice penale: (corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio), commesso dall’ottobre 2012 e fino al marzo 2014; 110, 81, comma 2, 326, commi 1 e 3, codice penale (utilizzazione di segreti d’ufficio), commesso dall’ottobre 2012 e fino al marzo 2014”.
In violazione del codice di autoregolamentazione risulta anche, ha sottolineato Colosimo, “la candidatura di Antonio Mazzeo, candidato per la lista Partito Democratico nella circoscrizione Italia centrale”. Nei suoi confronti, ha spiegato, “in data 5 settembre 2022, risulta emesso dal gup presso il Tribunale di Roma il decreto che dispone il giudizio per il reato di cui agli articoli 216, 219, 223 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267: (bancarotta fraudolenta). E la prossima udienza dibattimentale innanzi alla II sezione penale del Tribunale di Roma è fissata al 4 luglio 2024”. C’è poi, ha concluso Colosimo, la “candidatura di Giuseppe Milazzo, candidato al Parlamento europeo per la lista ‘Fratelli d’Italia’ Circoscrizione Italia insulare”. E nei suoi confronti, ha sottolineato, “in data 22 dicembre 2020, è stato disposto il rinvio a giudizio per il reato di cui agli articoli 56, 81, 110, 317 del codice penale: (tentata concussione). Ed è in corso il giudizio di primo grado, davanti al Tribunale di Palermo, con prossima udienza fissata al 26 settembre 2024”.
Alberico Gambino: “Io assolto dopo 15 anni. Dopo il danno la beffa”
“Io ho fatto 15 anni di processi, fu sciolto il consiglio comunale sulle accuse per le quali fui arrestato. Dopo 15 anni sono stato prosciolto e assolto in tutti i gradi di giudizio da tutti i fatti: perché ‘i fatti non sussistono’. E quegli stessi fatti per cui fu sciolto il consiglio comunale non esistono. Dopo il danno subito c’è anche questa beffa”. Alberico Gambino, candidato Fdi alle europee nella circoscrizione Italia Meridionale, già sindaco di Pagani (Salerno) commenta all’Adnkronos il fatto che il suo nome è tra quelli finiti nel mirino dei controlli della Commissione parlamentare Antimafia perché in violazione del codice di autoregolamentazione.
Luigi Grillo: “Non capisco, non ho conti in sospeso con la giustizia”
Replica anche il senatore Luigi Grillo: “Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque perché dovrei essere accusato di aver violato il Codice di autoregolamentazione”. È quanto dichiara il senatore Luigi Grillo, candidato alle elezioni europee del prossimo giugno nella circoscrizione di Nord ovest a conclusione della seduta odierna della Commissione parlamentare antimafia, nella quale è stata data lettura dei nominativi giudicati ‘impresentabili’. Il Tribunale di Genova, con sentenza del gennaio 2015- ha spiegato- ha sancito la mia piena riabilitazione. Peraltro la lista che rappresento ha deciso di proporre la mia candidatura solo dopo aver eseguito scrupolose verifiche; ispirate dallo spirito di legalità posto alla base dell’attività politica. E non mi avrebbe scelto se fossero saltati fuori dubbi o sospetti -spiega Grillo- . Quanto comunicato dalla presidente della Commissione è dunque inspiegabile. Per la legge infatti posso assumere qualsiasi tipo d’incarico: incluso quello di revisore dei conti, dal momento che sono un commercialista”, conclude l’ex parlamentare.
Mazzeo: “Sono inorridito”
Anche Mazzeo replica vigorosamente: “Per uno come me, che ha iniziato a fare politica sulla scia dell’esempio di Falcone e Borsellino, vedere il proprio nome associato alla parola mafia fa semplicemente inorridire” E spiega: ” Sono rinviato a giudizio per una indagine sulla chiusura del quotidiano l’Unità; di cui, nel 2012 e per spirito di servizio in un momento di grande difficoltà del quotidiano, sono stato per 6 mesi membro del CdA prima di dimettermi. Ho presenziato a tutte le udienze del processo; ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti e sono fiducioso che anche i giudici, seppure dopo anni che nessuno mi restituirà, faranno altrettanto. Ma tra questo ed essere definito ‘impresentabile’, specie da un ente il cui nome fa riferimento alla parola ‘mafia’, c’è un baratro”.
Cirielli: “Il codice impresentabili contrario alla Costituzione”
Interviene Edmondo Cirielli, coordinatore nazionale della Direzione di Fdi e viceministro agli Esteri, a sottolineare un’anomalia. “È incredibile come un’istituzione come quella parlamentare possa avere sue articolazioni che si muovono con un regolamento contro lo spirito della carta costituzionale. La vicenda Gambino, inserito inopinatamente tra i candidati impresentabili dopo che in tutti i gradi di giudizio penale e dal Tribunale e la Cassazione lui e tutti gli imputati sono stati assolti da ogni accusa di camorra, dimostra come la nostra democrazia si stia allontanando da quella tracciata dalla nostra carta fondamentale”. Entrando nel merito del candidato di FdI ha segnaleto che “il processo ad Alberico Gambino ha accertato non solo l’assoluta innocenza di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste: già risarciti finanche dallo Stato; ma che non c’era traccia alcuna di infiltrazione camorristica nel Comune di Pagani. Il giudizio civile si mosse su una sorta di copia e incolla delle accuse della procura mentre ancora si svolgeva il processo penale e la commissione di accesso di allora invece agì in un clima di forti pressioni e condizionamenti che andrebbero accertati da una commissione di inchiesta di cui presto faremo richiesta e che nella scorsa legislatura avevo già proposto”, ha concluso Cirielli.
Petrucci (FdI): “Il codice è stato voluto da grillini e sinistra”
A sviscerare la questione Impresentabili il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. Che interviene a proposito del candidato dem Antonio Mazzeo, richiamando alla memoria storica: “E’ una persona perbene, lui e il Pd vanno battuti nelle urne.Un rinvio a giudizio, in generale, non può essere una condanna ostativa a una candidatura. Nello specifico, Mazzeo è coinvolto marginalmente in una vicenda giudiziaria per la quale la giustizia farà il suo percorso. La Commissione Antimafia applica correttamente una legge frutto di una determinata stagione politica: quella dell’antiberlusconismo su cui la sinistra e il Movimento 5 Stelle hanno costruito le loro campagne”.