Campi Flegrei, nuova scossa dopo la notte tranquilla. Musumeci: “Niente panico, serve una convivenza vigile”
Dopo una notte tranquilla, i Campi Flegrei hanno iniziato nuovamente a tremare in mattinata: una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 3.4, si è registrata intorno alle 8.30. I comuni più vicini all’epicentro, individuato nel Golfo di Pozzuoli, sono stati Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli. Allo stato attuale non si registrano danni. A Procida, per precauzione, sono state evacuate le scuole. Per il pomeriggio di oggi è convocata a Palazzo Chigi una riunione per fare il punto della situazione con il premier, Giorgia Meloni, il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, e i titolari degli altri dicasteri interessati.
Musumeci: “I Piani di evacuazione non devono rimanere sulla carta, vanno testati”
I piani di evacuazione “sono sempre previsti in ogni Piano comunale di protezione civile. Certo, non basta metterli sulla carta, vanno testati periodicamente coinvolgendo gli abitanti con informazione ed esercitazioni”, ha spiegato Musumeci in un’intervista sulla situazione ai Campi Flegrei con il Corriere della Sera. Il Piano di intervento dell’esecutivo, ha poi chiarito il ministro, “è quello contenuto nel decreto voluto dal governo lo scorso ottobre: un provvedimento urgente preso dopo avere ascoltato enti locali e Regione Campania”. Nel vertice di Palazzo Chigi “presieduto dal premier Meloni, verificheremo con altri ministri se adottare altre iniziative. Compreso l’adeguamento antisismico delle infrastrutture pubbliche a cominciare dalle scuole”.
Il ministro: “Vivo ai piedi dell’Etna, capisco la paura. Ma non bisogna mai farsi prendere dal panico”
Quanto alle verifiche di vulnerabilità il ministro ha spiegato che “si lavora con impegno”. “Sono procedure complesse che hanno impegnato circa 90 tecnici, in 55 squadre, in oltre 4000 sopralluoghi. Seguiranno verifiche sugli immobili. Al quadro completo, il governo deciderà modalità e risorse per intervenire”. Musumeci, poi, si soffermato sullo stato d’animo cella popolazione. “Comprensibile la paura. Capita anche a me, che vivo ai piedi dell’Etna. Ma – ha esortato – mai farsi prendere dal panico: serve una ‘convivenza vigile’ con il rischio”. “È chiaro che le scosse potrebbero durare ancora per mesi e anni, così come esaurirsi senza evoluzione”.