Al via a Madrid l’evento Europa Viva 24. Giordano: l’Ue non sia Superstato, le nazioni devono contare

17 Mag 2024 14:36 - di Vittoria Belmonte

Si apre oggi a Madrid l’ultimo dei weekend culturali dell’ECR Party – il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei. L’evento – che come gli altri ha visto Antonio Giordano, deputato FdI e segretario dell’Ecr nel ruolo di regista – prende il nome di “Europa Viva 24” e si focalizzerà soprattutto sui giovani e sul futuro prossimo dell’Unione. Nella mattinata si è svolto un tour tra le strade di Toledo, la “città delle tre culture”, dove è anche architettonicamente visibile  la convivenza tra cristiani, musulmani ed ebrei. E Toledo è anche città simbolo di un’Europa come crocevia di saperi e di fecondi scambi culturali, dove le traduzioni  dall’arabo e dall’ebraico hanno consentito all’enclave occidentale di conoscere la filosofia greca e l’algebra, per non dire dei trattati di astronomia. Sabato mattina visita al Museo del Prado. Completano il programma dei lavori il panel sulle sfide della transizione green e la sessione sul Manifesto di Ecr Party “Un futuro per l’Europa”.

Radici e futuro. Come coniugarle in un’Europa minacciata dall’invadenza dell’IA e dal fanatismo woke. Saranno i giovani nel pomeriggio a salire sul palco per dire la loro. Ciascuno con tre minuti a disposizione. Giordano ha grandi aspettative su questo momento di confronto fortemente voluto dagli organizzatori.

Chi sono i giovani che parteciperanno all’evento?

Sono giovani che fanno parte dei partiti che aderiscono all’Ecr ma anche che non aderiscono, in una logica allargata. Abbiamo voluto dare loro l’opportunità di esprimere idee, proposte, bisogni perché l’Europa del futuro dovrà dare risposte soprattutto a loro.

Domenica 19 maggio, in mattinata, ci sarà il link con Viva Vox, la festa organizzata dal partito conservatore spagnolo. E’ previsto un collegamento anche con Giorgia Meloni. In Italia si continua a definire Vox come partito di estrema destra. E’ corretto? 

Assolutamente no. Vox non è estrema destra. Il problema è quello di usare luoghi comuni che sono adatti in alcuni contesti e lo sono meno meno in altri. Non tutti parlano il linguaggio di Bruxelles e a loro occorre avvicinarsi con la forza del dialogo e non con metodi discriminatori.

Qual è il principio che guiderà a Strasburgo il gruppo Ecr?

I conservatori europei dicono no a una Ue che come un Superstato impone alle nazioni vincoli e limiti. L’Europa deve occuparsi delle grandi questioni – difesa e immigrazione – ma poi va applicato il principio di sussidiarietà. Se sovranismo significa rispetto della sussidiarietà allora non c’è niente di male. La legislazione europea non deve entrare nel dettaglio della specificità dei singoli paesi. Pensare di normare nello stesso modo il rifacimento di una casa in Svezia con la ristrutturazione di una casa in un borgo della Sicilia è sbagliato.

Ci sono trattative per l’ingresso nel gruppo Ecr di partiti rumeni, croati, lituani, irlandesi. E poi c’è anche Orban, sul quale la propaganda della sinistra è scatenata. 

Tutti questi equilibri verranno visti nel quadro generale post-elezioni. Orban è un leader europeo di un paese che fa parte dell’Ue dove si sono svolte elezioni fino a prova contraria democratiche. Con lui c’è un dialogo come con tutti.

Quanti deputati europei FdI conta di portare a Strasburgo e quali saranno i rapporti del gruppo Ecr con quello di Id che ha al suo interno il partito di Le Pen e Afd?   

FdI si aspetta di eleggere tra i 23 e i 25 deputati europei a Strasburgo, come dicono i sondaggi. E questo di sicuro rafforzerà il gruppo Ecr. C’è comunque una differenza tra conservatori europei e Id nel senso che i conservatori europei sono sempre  favorevoli al dialogo per il raggiungimento di un equilibrio più spostato verso destra e questo non è lo stesso linguaggio di Id che è un po’ più assertivo.

La bandiera europea va mantenuta accanto a quella italiana?  

Io personalmente utilizzo sempre la bandiera europea e quella italiana con orgoglio e in tutti gli eventi che noi facciamo accostiamo l’inno europeo a quello del paese in cui organizziamo i nostri eventi

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