Utero in affitto, Roccella: ma quale altruismo, è un sistema commerciale ben rodato

5 Apr 2024 16:22 - di Redazione

Altro che gestazione per altri, la pratica dell’utero in affitto è un vero e propria sistema commerciale. L’affondo contro il business della procreazione che si cela dietro la cosiddetta maternità surrogata arriva dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella. Nel suo intervento alla Conferenza Internazionale per l’abolizione universale della surrogazione di maternità, ospitata nella sede dell’università Lumsa di Roma, accende sui tanti soggetti in campo e sulle tappe ‘contrattuali’ del complesso e costoso iter che alimenta il turismo della procreazione.

Utero in affitto, Roccella: è un business commerciale

“Nella pratica dell’utero in affitto – sottolinea Roccella – ci sono diverse figure nella contrattualizzazione. La donatrice di gameti, l’eventuale partner della madre surrogata, il centro di fecondazione assistita in cui si esegue il concepimento in vitreo, la biobanca che fornirà gli ovociti, lo studio legale che seguirà le pratiche medico giuridiche, dalla stipula del contratto alla cittadinanza del nascituro, e infine l’agenzia che organizza il tutto, compresi gli eventuali contatti tra le diverse figure coinvolte, i viaggi ed i soggiorni”.

Nessuno slancio solidaristico verso la donna surrogata

Si tratta insomma di un vero e proprio sistema commerciale che richiede – dice la ministra –  una organizzazione complessa e rodata che implica necessariamente costi notevoli”. Nessuno slancio solidaristico né generosità verso la donna ‘surrogata’, come i difensori a tutto campo della pratica dell’utero in affitto vorrebbero sostenere. Una pratica incivile (che il papa ha definito) che mercifica il corpo delle donne e riduce i bambini ad oggetti.

Impensabile la gratuità dell’operazione

“Si tratta di procedure e protocolli medici – ha aggiunto la ministra – insieme all’impegno di diversi professionisti specializzati che evidentemente devono essere pagati per il loro lavoro. Per questo quando si parla di surroga altruistica, cercando di distinguerla da quella commerciale, deve essere chiaro che l’unica persona che può non essere pagata paradossalmente, o magari essere pagata attraverso un rimborso, può essere proprio la madre surrogata. La gratuità dell’intera operazione è impensabile perché il resto del sistema non può funzionare se non è pagamento. Quindi quando parliamo di Gpa, Gestazione per altri, in realtà parliamo di una contraddizione in termini”.

Forum delle famiglie: non esiste dimensione etica

Anche Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, presente alla due giorni in svolgimento alla Lumsa, punta il dito sull’impossibilità di accogliere “una qualsivoglia dimensione etica della maternità surrogata in quanto consiste in un processo di contrattualizzazione, di globalizzazione, della riproduzione e di segmentazione della procreazione. Il bambino diventa un oggetto che può essere scomposto nelle sue parti in qualunque luogo del pianeta. E poi assemblato nel corpo di una donna. In questo dinamismo sia la spedizione degli embrioni in giro per il mondo che l’uso dell’utero della donna, sono già da soli elementi eticamente inammissibili”.

 

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