Trump, i diplomatici europei al lavoro sull’ipotesi di vittoria: a Washington è caccia ai contatti coi suoi alleati

11 Apr 2024 15:26 - di Agnese Russo
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Chi negli alberghi, chi nei club privati, chi nei forum dei think tank. Qualcuno anche nella ambasciate. Con l’avvicinarsi delle presidenziali di novembre, tra i diplomatici europei accreditati a Washington c’è grande fermento in relazione a un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. E così è partita la corsa a riallacciare i rapporti con gli ambienti vicini all’ex presidente, in qualsiasi location ne offra l’opportunità. A rivelarlo è la Cnn in un articolo in apertura sul suo sito.

I diplomatici europei alla ricerca di contatti con l’entourage di Trump

In particolare i diplomatici sono alla ricerca di informazioni sulle linee di politica estera del tycoon e sui possibili nomi del suo team, con un focus sulle intenzioni rispetto alla Nato e all’Ucraina, che è stato anche al centro del confronto che il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha avuto con Trump la scorsa settimana: prima degli incontri ufficiali a Washington, è andato da Trump a Mar a Lago.

Focus su Nato e Ucraina

Secondo quanto riferito dalla Cnn, tra i funzionari dell’ex amministrazione Trump che ambasciatori e diplomatici europei stanno contattando, vi sono l’ex segretario di Stato, Mike Pompeo, l’ex direttore della National Intelligence, John Ratcliffe, l’ex consigliere per la sicurezza Nazionale, Robert O’Brien, e Keith Kellogg, che era il consigliere dell’ex vice presidente Mike Pence. I colloqui, spiegano le fonti dell’emittente, non sono sempre piacevoli, a volte sono animati, ma nella maggioranza dei casi i diplomatici si limitano educatamente ad ascoltare. Inoltre si sottolinea che non è facile per tutti avere accesso ai circoli trumpiani, con gli ambasciatori dei Paesi più importanti, o quelli che sono a Washington da più tempo, che ovviamente hanno più successo dei rappresentanti dei Paesi più piccoli, o diplomatici appena arrivati.

La Reuters pubblica l’ultimo sondaggio: “Testa a testa”

Secondo l’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos, quando mancano sette mesi alle presidenziali, Biden sarebbe in vantaggio su Trump di 4 punti: 41% contro 37%. Quattro punti è però esattamente il margine di errore della rilevazione, che registra anche un 22% di indecisi. Dunque, la stessa agenzia di stampa americana prospetta un testa a testa.

La lezione del 2016

In questo contesto così totalmente aperto, i diplomatici europei sembrano aver fatto tesoro della lezione delle passate presidenziali, quando tutti erano convinti della vittoria di Hillary Clinton e praticamente nessuno si diede pena di prendere contatti con alleati e consiglieri di quello che poi sarebbe diventato il presidente Usa. Un errore che oggi si cerca di non ripetere. “Non siamo così preoccupati perché sappiamo che con Trump contano soprattutto le relazioni”, ha spiegato un diplomatico europeo a Washington sin dai tempi dell’amministrazione Trump. “Stiamo lavorando con loro, e stiamo dicendo alla nostra capitale che l’ufficio del primo ministro deve stabilire una relazione personale con Trump da subito”.

I report alle Capitali europei: “Stabilire subito una relazione personale con Trump”

Rimane da chiarire quanta influenza gli esponenti contattati dai diplomatici europei abbiano con l’attuale team di Trump, che puntualizza alla Cnn che nessuno di questi incontri si svolge su diretta indicazione della campagna del candidato alla Casa Bianca. In ogni caso, le fonti spiegano che i diplomatici stanno tessendo una rete di contatti, corteggiando think tank repubblicani ed ex esponenti dell’amministrazione Trump, nel tentativo di ottenere un “insight” sulle possibili posizioni di un’eventuale nuova amministrazione Trump.

 

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