Tajani: “Correrò alle europee”. E sul caso Salis commenta: “La sua candidatura rende tutto più difficile”
“La mia candidatura è un atto d’amore nei confronti dei nostri elettori. È un atto per dire che io ci sono, continuerò ad esserci da semplice militante che vuole portare avanti, come feci 30 anni fa la bandiera di FI. Viva Forza Italia”. Lo ha detto il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, al Consiglio Nazionale del partito all’Hotel Parco dei Principi, a Roma, annunciando la sua candidatura alle europee per le quali spera in un grande risultato di FI: “Il miglior regalo da fare a Silvio Berlusconi a un anno dalla sua scomparsa”, ha aggiunto.
Parlando poi della situazione internazionale ha sottolineato che obiettivo del governo è il raggiungimento della pace. “A Capri, in occasione del G7, pur senza mai rinunciare alla nostra identità occidentale e al nostro essere amici di Israele e dell’Ucraina – ha detto – abbiamo lavorato per raggiungere l’obiettivo finale che è quello della pace. Quando diciamo che bisogna lavorare per una de-escalation nel Medio Oriente lo facciamo con fermezza, condannando in maniera forte e determinata alcune scelte fatte dall’Iran, condannando con fermezza anche ciò che sta facendo la Russia, invitando la Cina a essere più protagonista di pace, ma lo facciamo sempre con l’obiettivo di risolvere i problemi e di non essere mai sostenitori di guerre che portano sempre e comunque morte. Siamo portatori di pace”.
Conversando con i cronisti Tajani ha poi commentato il caso Salis. “Il mio compito di ministro è risolvere i problemi, non di fare una campagna elettorale su questa questione. Grande rispetto per le scelte che ognuno fa però, obiettivamente, per noi è più difficile con una persona che si è candidata alle elezioni. Poi vedremo cosa accadrà”.
“Sapevamo – sottolinea ancora il vicepremier di Forza Italia – quale era il suo orientamento politico e abbiamo sempre fatto il massimo per aiutarla fin dal primo giorno. Lo abbiamo fatto con discrezione. Io non ho mai politicizzato, mi sono comportato con lei come ho fatto con tutti i cittadini italiani che hanno problemi di vario tipo con la giustizia e con il rispetto dei diritti”. Tajani ha poi ricordato i risultati ottenuti dal governo citando i casi di Alessia Piperno e Patrick Zaki, “persone che rischiavano molto piu’ di lei”. “Si lavora meglio sotto traccia che facendo clamore. Il clamore serve ad andare sui giornali a creare un caso politico ma non serve a risolvere un problema”, ha concluso.