Suicidio assistito, il costituzionalista Mirabelli: “Legittimo il ricorso del governo, serve una legge”

19 Apr 2024 16:51 - di Redazione

Oltre le barricate ideologiche sul fine vita. La decisione del governo di impugnare al Tar regionale le delibere dell’Emilia Romagna per l’attuazione del suicidio medicalmente assistito ha scatenato l’inevitabile protesta dei 5Stelle. Che, insieme alla sinistra doc, grida allo scandalo e ai ‘pericolosi’ passi indietro della maggioranza sui diritti.

Fine vita, la crociata grillina a difesa di Bonaccini

Ai parlamentari grillini delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato non sembra vero di processare il governo, accusato di deriva retrograda. “In pochi giorni mette in discussione il diritto delle donne all’aborto e si oppone a una norma che cerca di colmare un vulnus normativo che tiene il Paese ancorato a un passato oscurantista, affidandolo alle sentenze dei tribunali”, si legge in una nota congiunta. Le opposizioni fanno quadrato intorno al governatore emiliano Bonaccini, che si è ben guardato dal portare le due delibere sul suicidio assistito all’esame del consiglio regionale procedendo d’imperio con un atto amministrativo.

Il costituzionalista Mirabelli: il governo ha fatto bene

A sottrarre l’argomento alle tifoserie ci pensa il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli che affronta la complicata tematica in punta di diritto. E valuta legittima l’iniziativa dell’esecutivo alla quale, però, dovrebbe seguire una legge ad hoc. Che uniformi la disciplina a livello nazionale e non regionale e colmi il vuoto legislativo. Il punto è presto riassunto. Un provvedimento amministrativo anche generale, come quello di Bonaccini  può disciplinare la materia facendo riferimento alla sentenza della Corte costituzionale o invece deve essere attuativo di una legge?

Corretto impugnare le sentenze dell’Emilia, ma serve legge

“Il provvedimento di Bonaccini – spiega all’Adnkronos Mirabelli – è una integrazione della sentenza della Corte. Che dovrebbe invece trovare appropriatamente espressione in un atto legislativo e non regolamentare, come quello posto in essere dal governatore dell’Emilia Romagna. È altamente opportuno che ci sia una legge”. Oggi, però, la sentenza della Consulta può essere applicata senza ulteriori indicazioni, quindi per provvedimento amministrativo. “È auto-applicativa. Cioè – spiega il costituzionalista – può già essere applicata con le modalità previste dalla sentenza dei giudici costituzionali seppur in via di supplenza e nei limiti in cui quel diritto è garantito”.

La competenza è della legislazione nazionale

Nessuna forzatura, dunque, da parte della presidenza del Consiglio e del ministero della Salute. “È corretto che il governo abbia fatto impugnativa al Tar. Vedremo però se avrà anche una iniziativa legislativa per disciplinare il fine vita. La Corte ha indicato le più appropriate modalità in cui può trovare applicazione la sua sentenza. Tuttavia la competenza di farlo non è della legislazione regionale ma statale”. “A me pare – conclude Mirabelli – che vi è una materia che riguarda competenze statali. Perciò le discipline regionali in questo settore pongono dei problemi non tanto sui contenuti, quanto sulla attribuzione dei contenuti. E del resto mi pare ci sia anche la necessità di una disciplina uniforme sul piano nazionale”.

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