Stop ai simboli gender, la Baviera vieta l’uso dell’asterisco per scuole e istituzioni: crea confusione
Maschile generico, asterisco, trattino basso? No grazie: in Germania la Baviera bandisce i segni grafici di genere. La grammatica e le sue regole asservite al politicamente corretto e il principio d’inclusività declinato a una molteplicità di generi via via riconosciuti e annoverati nell’albo di una materia in continuo aggiornamento, hanno trovato la loro pax augustea nell’utilizzo dell’asterisco, possibile nel caso di parole che possono essere espresse sia al maschile che al femminile. Un simbolo che, nel sospendere la desinenza, si è pensato potesse non offendere o escludere nessuno. Almeno fino a ieri…
Asterisco addio, la Baviera bandisce i segni grafici gender
Ieri quando, dopo un dibattito lungo interminabili stagioni, le ragioni dei sostenitori dell’abolizione della “stellina” per scuola e istituzioni, con cui nei mesi scorsi aveva concordato anche il consiglio per l’ortografia tedesca, sono diventate una norma inserita nei codici, con sommo disappunto politico dei Verdi che protestano. Il fenomeno iconografico-grammaticale, responsabile principale della controversia, è il cosiddetto asterisco. Ma in realtà la discussione investe tutta la vexata questio della declinazione gender del linguaggio scritto.
Il simbolo grafico vietato per scuole e istituzioni
Un tema che incontra il suo primo vero stop nello stato del sud-est della Germania: la Baviera bandisce dai contesti ufficiali la cosiddetta “stellina”, “das Sternchen“, diffusasi nel Paese per promuovere il linguaggio sensibile alle questioni di genere. Annunciato da tempo, il divieto dell’uso dell’asterisco è entrato in vigore dal 1 aprile e riguarderà scuole, università, istituzioni e enti pubblici. Il Gabinetto del Land, guidato dai cristiano-sociali di Markus Soeder, ha approvato la decisione il 19 marzo scorso. Le conseguenze per chi non si atterrà alla norma saranno decise caso per caso, secondo quanto ha risposto il ministero dell’Interno alla Dpa.
Stop all’asterisco: le conseguenze per chi non si atterrà alla norma
Una decisione che era nell’aria da tempo e una eventualità, quella del divieto del ricorso a simboli gender, su cui come anticipato anche il consiglio per l’ortografia tedesca, nel dicembre scorso, aveva ammonito legislatori e utenti, sconsigliando il ricorso ai segni speciali e di interpunzione all’interno delle parole. Criticando, a sostegno delle sue argomentazioni, una prassi che stando agli esperti potrebbe generare confusione e «compromettere» la comprensibilità dei testi. Come c’era da aspettarsi, però, il veto bavarese è stato fortemente contestato dai Verdi e anche dalla conferenza federale delle scuole. Ora però dalla teoria – e dalla polemica – si dovrà passare all’applicazione pratica e al rispetto della norma nei fatti.