Scurati, Crosetto smentisce Repubblica: “Non mi sono smarcato da nulla”. Poi l’affondo sul “pericolo fascista”

23 Apr 2024 14:54 - di Federica Parbuoni
crosetto repubblica

Non mi sono smarcato da nulla e nessuno. Non ho rilasciato interviste o fatto dichiarazioni sul tema. Penso che il Presidente Meloni abbia messo fine ad ogni possibile speculazione sulla vicenda Scurati pubblicandone il testo. Il ‘pericolo fascista’ torna sempre per le elezioni”. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha smentito con un post su X il retroscena di Repubblica secondo il quale, appunto, si sarebbe “smarcato” dalla presunta censura di Antonio Scurati in Rai.

Crosetto smentisce il retroscena di Repubblica

La ricostruzione è basata su una conversazione che Crosetto avrebbe avuto con interlocutori non solo anonimi, ma rispetto ai quali manca anche il contesto. Ciononostante è stata considerata dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari abbastanza solida da dedicarle il titolo di apertura. “Scurati scuote la destra”, vi si legge, mentre il sommario recita: “Fuori dal tempo certi dirigenti Rai”. L’argomento impegna tutta la pagina 3, sotto il titolo: “Ma Crosetto si smarca. ‘Censura fuori dal tempo la tv pubblica impoverita da certi dirigenti'”.

Il ministro: “Non mi sono smarcato da nulla e nessuno”

Di più: “Il mio giudizio su molti della Rai travalica il caso di oggi”, è una delle frasi attribuite al ministro. Che, dunque, sarebbe in scia con quanti lamentano il tracollo della tv pubblica ai tempi di TeleMeloni. Del resto, Crosetto, si legge ancora, “non è mai stato missino, mai iscritto ad Alleanza nazionale”, “non ha mai temuto di dire: sono antifascista”. Insomma, anche se fa parte del governo Meloni, magari si può ascrivere ai “sinceri democratici” citati dal monologo di Scurati, che ci fa sapere Repubblica “scuote la destra”. E, chissà, nei desiderata di alcuni può dare anche una spallata al governo, spingendo un suo esponente di spicco a smarcarsi. Peccato solo che il diretto interessato non si sia “smarcato da nulla e nessuno”, preoccupandosi semmai di smascherare il solito giochetto: “Il pericolo fascista torna sempre per le elezioni”.

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