Salis, il portavoce del governo ungherese: “Non è un’eroina. Dal padre accuse gravi e false”

5 Apr 2024 13:54 - di Redazione

C’era da aspettarselo. Le crociate della sinistra italiana a favore di Ilaria Salis, con tanto di proposta di candidatura alle europee da parte di Schlein poi sfumata, rischiano di trasformarsi in un boomerang per la professoressa di Monza, militante antifascista detenuta a Budapest con l’accusa di aver partecipato al pestaggio di alcuni neo nazisti durante una manifestazione.

Il governo ungherese: “La Salis non è un’eroina”

“Non è un’eroina. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti”. Così, sul social X, il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs. L’Ungheria conferma di non gradire la grancassa mediatica sul caso e di non volere interferenze sul lavoro dei giudici. “Tutto ciò che va oltre – aggiunge il portavoce di Orban – è una mera invenzione politica. E noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo”.

“Infondate le gravi accuse del padre”

Kovacs poi definisce infondate le gravi accuse mosse al governo ungherese dal papà di Ilaria Salis. “Nei giorni e nelle settimane scorsi ha parlato con tutta la stampa europea occidentale e con alcuni media statunitensi. È stato invitato al Parlamento europeo e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate che non possono essere lasciate senza risposta. Va aggiunto che lui stesso ha trasformato il caso della propria figlia in una questione politica. E ora si mostra sorpreso che a queste accuse vengano date risposte politiche”, le parole di Kovacs.

Le ipotesi di reato sono pesanti

“Come padre forse farebbe bene a riflettere su come sua figlia sia rimasta coinvolta in un episodio del genere”, ha proseguito, ricordando come la cittadina italiana arrestata  fosse stata “coinvolta in passato in incidenti simili”. Secondo l’ordinamento giuridico ungherese – aggiunge –  il reato per cui è accusata è estremamente grave. E comporta condanne altrettanto severe secondo l’ordinamento giuridico ungherese”.

Meloni: meno parole e più fatti

Ieri la premier Giorgia Meloni ospite di Porta a porta parlando del caso Salis ha ribadito che la campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi rischia di non aiutarla. “Servono meno parole e più fatti. Forse dovremmo abbassare un po’ la pressione e riportare la questione a livello di moral suasion nei confronti del governo ungherese”. Altro discorso riguarda le immagini delle manette ai polsi durante l’udienza del processo. “Mi impatta – ha detto la premier – perché non siamo abituati. Ma in Ungheria questo trattamento vale per tutti, non solo per lei. Su questo, abbiamo fatto sentire le nostre ragioni al governo ungherese”.

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