Patto di stabilità, ok di Strasburgo. FdI-Fi e Lega si astengono: lo miglioreremo nella prossima legislatura
Patto di stabilità, il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la riforma della governance economica dell’Ue, concordata nel trilogo con il Consiglio nello scorso febbraio. La riforma, frutto di un lungo compromesso giudicato perfettibile dall’Italia, è composta da tre diversi atti legislativi. A Strasburgo si astengono in blocco Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Pd mentre gli europarlamentari 5Stelle votano no accusando, neanche a dirlo, il governo Meloni di aver svenduto l’Italia all’austerity. Pochissimi gli eurodeputati italiani che si sono espressi a favore. Si tratta di Lara Comi (Forza Italia) e Herbert Dorfmann (Svp) per il gruppo del Ppe e di Marco Zullo (Renew) e di Sandro Gozi, italiano di Renew ma eletto in Francia con Renaissance.
Patto di stabilità, via libera di Strasburgo
Il Parlamento europeo “forse rende il patto di stabilità un po’ più intelligente”, ha commentato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, riecheggiando la celebre battuta di Romano Prodi sul patto di stabilità “stupido come tutte le decisioni rigide, ma necessario”. Correva l’anno 2002. “Sappiamo – continua Gentiloni – che si tratta di un compromesso. Sappiamo che è da sempre una delle questioni più complicate e controverse a livello europeo. Ma aver raggiunto questo compromesso e poterlo varare con il voto finale di oggi, a larghissima maggioranza, del Parlamento Europeo, è molto positivo”. Così l’eurocommissario all’Economia che giudica le nuove regole meno ostative per un Paese come l’Italia, che ha registrato “il deficit più alto” dell’Ue nel 2023.
Gentiloni: un compromesso positivo
Non manca un po’ di ironia sul voto degli europarlamentari italiani. “Abbiamo unito la politica italiana”, dice commentando l’esito della votazione a Strasburgo nel punto punto stampa dell’Eurocamera. Sull’astensione del Pd, in dissenso dai gruppi socialisti, Gentiloni non esista a parlare di “ragioni di politica interna”. Ancora una volta il Pd predilige l’attacco al governo Meloni che la coerenza. “La decisione di astenersi è stata una scelta politica complessa. Lo abbiamo fatto”, spiega il capodelegazione dem Brando Benifei, “perché riteniamo che il testo uscito sia eccessivamente peggiorativo non soltanto rispetto alla proposta originaria del commissario Gentiloni, ma anche della posizione del Parlamento europeo, specialmente se guardiamo agli interessi dell’Italia”.
FdI si astiene: il testo è migliorato ma non basta
Per Fratelli d’Italia il testo è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie al lavoro del governo italiano, ma presenta ancora alcuni punti critici, “fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali. Come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni”. Così in una nota il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo Nicola Procaccini, il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles Carlo Fidanza e l’eurodeputato di Fdi Denis Nesci. “Per fortuna – continuano – il governo italiano è riuscito a inserire nel patto lo scorporo del cofinanziamento e la clausola transitoria. Che consentono nel primo ciclo di applicazione, di attenuare o rinviare parzialmente le correzioni di bilancio richieste. Complessivamente, la riforma del patto manca di quel coraggio indispensabile a cambiare un modello economico ancora troppo legato all’austerity. Sarà priorità del nostro impegno, nella prossima legislatura – concludono – lavorare come maggioranza di centrodestra ad una modifica sostanziale del Patto. Che tenga conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri attraverso un approccio che vada nella direzione di una maggiore flessibilità”.
Forza Italia: cambieremo le regole nella prossima legislatura
Non dissimile l’orientamento di Forza Italia. Di incentivo all’austerità e freno alla crescita parla il capodelegazione azzurro al Parlamento europeo Fulvio Martusciello. “Nella prossima legislatura – aggiunge – cambieremo le regole. Il patto di stabilità così come votato non serve all’Italia. Lo cambieremo con una nuova maggioranza”. Nessuno scandalo, commenta da Roma Tommaso Foti “Noi abbiamo sicuramente accettato un Patto di stabilità che abbiamo detto che va migliorato. È una possibilità che c’è quella di vedere se può essere migliorato, non è cosa scandalosa, se leggo bene Gentiloni mi pare che dica più o meno le stesse cose”.
Conte fa propaganda e attacca Meloni
Non rinuncia alla crociata ideologica in salsa elettorale Giuseppe Conte che accusa il governo Meloni di aver svenduto il paese all’austerity. “Oggi in Europa il M5S ha votato contro il Patto di stabilità che condanna l’Italia a tagli miliardari che colpiranno ogni anno sanità, diritti, investimenti, imprese, infrastrutture e crescita, per dare spazio a nuove manovre lacrime e sangue. Non capisco – scrive il leader 5Stelle sui social – le scelte delle altre forze politiche italiane. Non mi capacito del perché il M5S sia rimasto solo a votare contro un accordo che taglia le gambe alla crescita dell’Europa e dell’Italia”.