Paradosso Milano: l’ultima trovata di Sala vieta sete e gelato dopo mezzanotte. Commercianti furibondi

20 Apr 2024 16:14 - di Lara Rastellino
Sala gelato

Con il pro-forma dell’apertura ad alcune modifiche il sindaco Sala va avanti imperterrito con la lotta la gelato: eretto a simbolo del nuovo nemico della città di Milano, in barba alla vera emergenza sicurezza e lacune urbane di varia natura. E così, in dodici zone ad alto tasso di frequentazione nelle ore serali, sarà vietato acquistare un semplice gelato o una banale bottiglietta d’acqua d’asporto dopo la mezzanotte. E i commercianti non ci stanno e denunciano a viva voce: il provvedimento è inutile e dannoso. Ma il primo cittadino tira dritto e insiste: «Andremo avanti, non stiamo parlando di cambiare le leggi dell’universo». E apre a delle correzioni: «Ovviamente se dobbiamo parlare di gelati penso che lo sistemeremo»…

Milano, l’ultima trovata di Sala cala la mannaia su bibite e gelato

Insomma, il sindaco non deflette, e l’ordinanza anti-movida appena “ingegnosamente” partorita, procede dritta per la sua strada. Anzi, per le sue 12 zone “a rischio caos”: Nolo; Lazzaretto; Melzo; Isola; Sarpi; Cesariano; Arco della Pace; Como/Gae Aulenti; Garibaldi; Brera; Ticinese; Darsena e Navigli. E tutto con buona pace di commercianti e esercenti vari, interessati – o per meglio dire penalizzati – dal provvedimento del Comune che scatterà dal 17 maggio, e durerà fino al 4 novembre.

Commercianti sul piede di guerra per l’ordinanza “movida selvaggia”

Sì perché come annunciato nelle scorse ore, e rilanciato ancora oggi da La Verità tra gli altri, « l’ordinanza non è ancora stata firmata in via definitiva – i portatori di interessi pubblici e privati possono inviare le loro osservazioni fino al 3 maggio –. Ma con il primo cittadino che ha già messo le mani avanti asserendo che a Palazzo Marino «non stiamo cambiando le regole dell’universo», ma ponendo dei leggerissimi limiti». E, quindi, andrà avanti.

Avanti tutta, dunque, con l’ordinanza pronta ad entrare in vigore a metà maggio, imponendo – nelle intenzioni – una stretta sulla movida selvaggia in 12 zone della città ad alta densità di locali, vietando l’asporto con «il divieto della vendita e della somministrazione per asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo, alcoliche ed analcoliche» da mezzanotte alle 6 del mattino.

«Non serve, così è impossibile vendere anche gelati dopo mezzanotte»

Dunque, sebbene cittadini e avventori di qualunque ordine e grado siano avvertiti – inutile farsi prendere dai morsi della voglia di un dolce refrigerante o dall’arsura estiva da soddisfare con l’acquisto di una bibita si evince dall’editto comunale – i commercianti sono sul piede di guerra. «Un provvedimento che non servirà a contrastare la mala movida – ha commentato nelle ultime ore uno per tutti il segretario generale della Confcommercio di Milano, Marco Barbieri – ma che colpirà cittadini, turisti e imprese». Dopo la mezzanotte infatti, come osserva la Confcommercio, «non sarà più possibile vendere un cono gelato o una bottiglietta d’acqua d’asporto».

La stretta sui dehors

E non è nemmeno ancora tutto: perché – come riporta tra gli altri Il Giorno – l’ordinanza, oltre al giro di vite sull’asporto, prevede anche il divieto di utilizzare i dehors per qualunque attività, «dalle ore 00.30 alle ore 6.00 nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì. E dalle ore 01.30 alle ore 06.00 il sabato e la domenica e i giorni festivi infrasettimanali».

Ordinanza movida selvaggia: le ripercussioni all’indice

Insomma, i paletti messi da Sala alla movida prefigurano diverse antipatiche ripercussioni, che i commercianti non mancano di segnalare e mettere all’indice. Come riassume sempre Barbieri che, al netto delle giustificazioni e delle “aperture” ventilate dal primo cittadino, ha fatto notare che nel capoluogo lombardo «la tassa di occupazione del suolo pubblico è aumentata in media del 40% e la pagano i titolari dei locali con tavolini e sedie». «Sottrarre loro due ore di lavoro serale», ha continuato, «mi sembra un sacrificio un po’ eccessivo».

O come il presidente nazionale della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani che, citato da La Verità, sottolinea l’eventualità che la toppa a un problema provochi una lacerazione peggiore da un’altra parte. Facendo contestualmente notare che il provvedimento in oggetto, non solo «non risolve il problema», ma semmai  «crea danni aggiuntivi». Aggiungendo che «i prolungamenti esterni di bar e ristoranti rappresentano uno strumento fondamentale per contrastare il degrado e garantire la sicurezza. Mettere le persone a sedere, in modo ordinato, e non lasciarle in giro a bivaccare, contribuisce a contrastare il fenomeno».

L’ultimo svarione del sindaco Sala

Una regola che fa acqua da tutte le parti, insomma, quella di Palazzo Marino. Meno che in una bottiglietta di cui è imminente il divieto di asporto. E così, dopo la guerra dichiarata alle auto – dopo aver introdotto l’Area B e aver costretto i cittadini a metter mano al portafoglio per comprarne una nuova – e con il Comune impegnato a liberalizzare e dare riconoscimento pubblico a ogni genere di istanza (ricordiamo le campagne di Sala per il movimento Lgbt e per le coppie omogenitoriali con figli, spesso ottenuti ricorrendo alla maternità surrogata in qualche Paese straniero), si cala la mannaia su gelati e bibite. A meno che non ci si sieda all’interno a berla (cosa che, spesso e volentieri, vorrebbe dire pagarla molto di più). O ci si sposti in una zona non interessata dalla norma.

E in una città diventata la summa dei paradossi: come la vicenda della dell’opera d’arte di Vera Omodeo che celebra la maternità testimonia incredibilmente, con la giunta che ne aveva bloccato la sua collocazione in Piazza Eleonora Duse perché «non rappresenta valori condivisibili da tutti». Credevamo si fosse raggiunto il massimo… e invece. Invece arriva il divieto a dissetarci a determinate condizioni e in determinate fasce orarie. Eppure, la sete non ha orologio, e può presentarsi anche da mezzanotte alle 6 del mattino. Insomma, per la sinistra la strada è in salita. E bibite e gelati diventano in mano alla sua amministrazione l’ultimo oggetto del desiderio (da inibire).

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