Palermo, l’ex consigliere comunale Mimmo Russo arrestato per voto di scambio
Tre persone sono state arrestate a Palermo nell’ambito di un’operazione antimafia condotta dai Carabinieri, coordinati dalla Dda cittadina. Fra gli arrestati c’è anche un ex consigliere comunale di FdI a Palermo, Mimmo Russo. Le accuse, a vario titolo, sono di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, traffico di influenze illecite aggravato dall’aver favorito l’associazione mafiosa.
Le indagini si riferiscono a fatti avvenuti negli anni 2020-2023. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori, Russo avrebbe avuto un “rapporto di reciproca convenienza” con esponenti di Cosa nostra palermitana. Sindacalista nelle istituzioni dagli agli Novanta, era approdato a FdI dopo essere stato, tra l’altro, nel movimento Palermo 2022 che sosteneva Leoluca Orlando, con il quale era stato eletto in Consiglio comunale. Alle successive comunali del giugno 2022, quando era candidato con FdI, non ha preso abbastanza voti per essere rieletto. Secondo quanto emerso, dopo la sconfitta avrebbe cercato sponda nel partito per avere qualche incarico, senza riuscirci.
“Girolamo Russo, da tempo semplice iscritto di Fratelli d’Italia senza più alcun ruolo nelle istituzioni, è stato immediatamente sospeso da Fratelli d’Italia. Avrà l’occasione di difendersi nelle aule di giustizia, ma le accuse lo rendono incompatibile con Fratelli d’Italia”, ha fatto sapere in una nota il presidente cittadino di FdI a Palermo, Antonio Rini.
Secondo l’accusa, Russo, che è stato anche presidente della Commissione Urbanistica, si sarebbe adoperato in favore dell’approvazione di una variante al Piano regolatore cittadino, “tesa a modificare da verde agricolo ad area commerciale la destinazione dei terreni sui quali avrebbe dovuto sorgere un centro commerciale”. Come contropartita avrebbe ottenuto un “cospicuo numero di assunzioni” nella struttura, posti, spiegano gli investigatori dell’Arma, da “promettere a soggetti legati alla criminalità organizzata, in cambio del sostegno elettorale dell’organizzazione mafiosa”. Inoltre, sempre in relazione ai rapporti con la criminalità organizzata, avrebbe esercitato “pesanti ingerenze” nei confronti della società che gestisce l’Ippodromo di Palermo e messo a disposizione un Caf per l’affidamento in prova ai servizi sociali di diversi condannati per mafia. Tra le accuse, basate su intercettazioni e dichiarazioni di pentiti, anche quella di aver offerto soldi e buoni benzina a esponenti mafiosi, perché li utilizzassero per compare voti.
Per le comunali del 2022, in cui non riuscì a salire a Palazzo delle Aquile, secondo quanto trapelato dalle indagini e ricostruito dall’Ansa, si sarebbe inoltre fatto promettere, con la mediazione di Gregorio Marchese, figlio del killer di Cosa nostra Filippo Marchese, un pacchetto di voti da Achille Andò, consulente di due imprese di costruzione. In cambio avrebbe assicurato che, una volta eletto al Consiglio Comunale, si sarebbe speso per l’adozione di provvedimenti amministrativi in favore delle due società per cui lavorava, la Building Plot srl e la Building interessate a realizzare un centro commerciale a Rocella. L’elezione invece non è avvenuta. Marchese e Andò gli altri due arrestati e sono stati posti ai domiciliari.