“Non mi farò arrestare, sparerò per uccidere”: il delirio di Bolsonaro di fronte all’accusa di golpe
Pronto a “sparare per uccidere” pur di non farsi arrestare. L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, si sarebbe descritto così a un deputato del suo partito, il Partido Liberal, commentando la sempre più concreta possibilità di un suo arresto nell’ambito dell’inchiesta sul tentativo di colpo di stato del gennaio 2023 per impedire l’insediamento di Luiz Inacio Lula da Silva. A riferirlo è stato il portale Metropoles, parlando di una conversazione recente nella quale l’ex presidente avrebbe confermato quanto già detto in passato.
Bolsonaro: “Pronto a sparare per uccidere per non farmi arrestare”
Già nell’agosto del 2022, ricorda il sito, Bolsonaro si era espresso in questi termini, di fronte alla prospettiva di una sconfitta alle imminenti presidenziali. “Sparerò per uccidere, a me nessuno mi arresta. Preferisco morire”, disse allora. Bolsonaro è al centro di diverse inchieste anche per corruzione.
Il sequestro del passaporto e la “fuga” in ambasciata
A febbraio la polizia ha disposto il sequestro del passaporto di Bolsonaro, la cui difesa sostiene “non ha mai coordinato alcuna azione contro lo stato di diritto democratico“. Di lì a breve, l’ex presidente si rifugiò per due giorni nell’ambasciata ungherese. Fu il New York Times a dare notizia della “fuga”, mostrando anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’edificio e scrivendo che la circostanza suggeriva un tentativo di sottrarsi alla giustizia brasiliana. Sia Bolsonaro personalmente sia i suoi avvocati in tribunale hanno parlato di una mera visita. “È forse un crimine dormire in un’ambasciata e parlare con l’ambasciatore?”, ha detto l’ex presidente, mentre i suoi legali una settimana fa hanno sostenuto che il loro assistito non aveva alcuna ragione per “sospettare” di essere oggetto di un mandato di arresto e dunque per nascondersi o chiedere asilo politico.