“Niente cellulare all’asilo, sì al tablet alle elementari”. Ma Valditara non molla su “carta e penna”

10 Apr 2024 16:05 - di Leo Malaspina

“Che senso ha il cellulare all’asilo o alla scuola d’infanzia? Alle elementari o alle medie? Io non ci vedo un uso didattico. Anzi più abituiamo questi ragazzi a usare meno il cellulare meglio è per loro”. Cose di buon senso, quelle dette oggi dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel suo intervento al seminario sull’innovazione tecnologica organizzato da Snals-Confsal oggi a Roma. Ma anche cose che solleveranno, come al solito, il polverone della sinistra, che quando c’è da autorizzare qualsiasi cosa che sia considerata “moderna”, a prescindere dall’utilità, non si fanno troppi scrupoli. Ovvio che invece, come specifica il ministro, da un certo punto in poi del percorso scolastico, il computer sia preziosissimo.

Valditara: no ai cellulari all’asilo, sì ai tablet alle elementari

“Il tablet è invece importante, ci sono degli esperimenti e delle scuole elementari dove si usa, ma attenzione: non pensiamo di cancellare carta e penna – ha giunto Valditara – perché altrimenti avremmo dei ragazzi che arrivano, come è capitato a me quando ero nella commissione per gli esami di avvocato, che scrivono in stampatello. Ed è assurdo che un giovane di 24, 25 o 26 anni scriva in stampatello perché non sa scrivere in corsivo. E’ follia questa. E’ evidente quindi che tutto questo deve essere utilizzato con intelligenza”.

Il tema della Ia da gestire con… “intelligenza”

Valditara ha poi parlato delle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale. “L’Ia introduce una rivoluzione nella nostra società inutile negarlo e dobbiamo seguirla con grande attenzione. E se l’Intelligenza Artificiale è qualcosa di strategico per gestire la società del futuro, deve essere al servizio dell’uomo, del docente quindi, deve essere utilizzata per valorizzare anche la scuola costituzionale, ci deve essere sempre quel profilo di umanizzazione e il docente deve essere sempre al centro e non si deve perdere quel rapporto personale fra insegnate e alunno”, ha aggiunto il ministro.

“L’Ia può essere utile per la personalizzazione della didattica, per aiutare il docente a personalizzare sempre più l’approccio con quel determinato studente, per personalizzare le tecniche didattiche e ancora può consentire allo studente di controllare i miglioramenti: può servire quindi ad esaltare la scuola costituzionale centrata sulla persona”.

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