Minacce dall’Iran, chiude l’ambasciata israeliana a Roma per rischio attentati

5 Apr 2024 15:17 - di Redazione

Massimo allarme in Occidente dopo le minacce dell’Iran (confermate dalla Cia)  di ‘vendetta’ contro Israele per l’attentato al consolato iraniano a Damasco in Siria. Per il rischio attentati anche a Roma è stata chiusa la sede dell’ambasciata israeliana in via Michele Mercati, nei pressi di Villa Borghese. Sono circa 30 le missioni diplomatiche israeliane chiuse nel mondo nel timore di attacchi per le minacce iraniane contro il ‘regime sionista’ di Tel Aviv. Lo ha riferito Haaretz, che ha citato una fonte diplomatica secondo cui le misure di sicurezza sono state accresciute in tutte le istituzioni israeliane nel mondo dallo scorso 7 ottobre.

Allarme Iran, chiusa l’ambasciaa di Israele a Roma

La misura precauzionale arriva nel cosiddetto Quds Day, la Giornata internazionale di Gerusalemme istituita nel 1979 dall’ayatollah Khomeini, nell’ultimo venerdì del mese sacro islamico del Ramadan. Il timore di una rappresaglia delocalizzata cresce con il passare dei giorni. Israele, dal suo canto, si prepara a tutti gli scenari possibili, riferiscono da Tel Aviv. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri in serata il Consiglio di sicurezza a Gerusalemme, al termine di una giornata densa di preoccupazione e allarmi anche tra la gente comune.

Israele: sapremo difenderci contro chi ci farà del male

“Sapremo difenderci e agiremo secondo il semplice principio che faremo del male a chiunque ci farà del male o vorrà farci del male”, ha avvertito il primo ministro. “Per anni – ha aggiunto – Teheran ha lavorato contro di noi sia direttamente sia attraverso i suoi emissari, e quindi Israele ha lavorato contro l’Iran e i suoi emissari, sia in modo difensivo che offensivo”. Una risposta di Teheran dopo il raid israeliano contro il consolato iraniano a Damasco ( che ha causato 15 vittime) è data per scontata da molti analisti.

Gli analisti: scontata la risposta di Teheran

E lo stesso apparato di difesa israeliano è convinto che avverrà. “Ci aspettano giorni complessi, non è detto che il peggio sia dietro di noi”, ha ammesso il capo dell’intelligence militare Aharon Aliva. “Ma siamo pronti per tutti gli scenari”, ha precisato il portavoce dell’Idf Daniel Hagari. “Le forze sono ben schierate in formazioni difensive e offensive con una protezione su più livelli e aerei in cielo 24 ore su 24”.

Tre possibili scenari di rappresaglie

Haaretz segnala tre scenari di possibili rappresaglie: un attacco di droni o di missili da crociera direttamente dall’Iran diretti verso infrastrutture israeliane, l’ipotesi che pare meno probabile. Intensi attacchi di missili dal Libano o dalla Siria attraverso gli Hezbollah e altre
milizie sciite o ancora “attentati alle ambasciate israeliane”.

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