Meloni: “Siamo al lavoro per una de-escalation, importante e doverosa la telefonata di Schlein” (video)

15 Apr 2024 15:16 - di Redazione

La preoccupazione per l’escalation in Medioriente dopo l’attacco aereo dell’Iran a Israele non deve far perdere lucidità. Lo sottolinea la premier Giorgia Meloni che, a margine della visita al Vinitaly a Verona, ha tirato un bilancio di queste giornate, che ha definito molto complesse. Ma che non le hanno impedito di partecipare alla prima giornata del made in Italy, fortemente voluta dal governo.

Meloni: lavoriamo giorno e notte per un’escalation

“Credo però che sia molto importante lavorare per una de-escalation perché un’escalation in un conflitto all’interno di quella regione, tutti quanti ci rendiamo conto che potrebbe avere conseguenze molto significative”, ha aggiunto la premier. Che si è detta soddisfatta per l’unità di intenti manifestata dai leader al G7, presieduto dall’Italia, convocato subito dopo l’attacco di Teheran a Israele. “Abbiamo ribadito la necessità di fare tutti la nostra parte “per cercare di dialogare con tutti gli attori interessati. E passare messaggi di responsabilità. Come governo italiano e come presidenti del G7 la nostra ferma condanna all’attacco iraniano contro Israele”.

Il G7 ha manifesto unità di intenti sul Medioriente

Anche oggi la premier sarà impegnata, dopo la trasferta veronese,  in una serie di altre telefonate con attori regionali mediorientali. Sul tavolo dei colloqui  il tema Israele-Iran “e quello che va continuato a fare – ha detto – per arrivare a un cessate il fuoco e a un rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas”. Anche sul fronte interno è il tempo della responsabilità e non delle contrapposizioni.

“Mi ha fatto piacere la telefonata di Elly Schlein”

“Mi ha fatto piacere la telefonata di Elly Schlein, la considero importante, è un contatto che considero doveroso, lo facevo a mia volta quando ero all’opposizione. Ci siamo parlate al telefono, ci siamo scambiate i punti di vista, e penso che questo possa portare anche in Parlamento a lavorare meglio”. Ci sono materie – ha spiegato Meloni – su cui è inevitabile “si tenti di parlare, si parli, si condividano le posizioni e il lavoro che si porta avanti. Indipendentemente dalle differenze abissali che abbiamo, siamo tutte persone che hanno sulle spalle la responsabilità dei propri cittadini”.

Terzo mandato, non è un affare del governo

Passando ai temi dell’agenda politica Meloni ha ribadito la posizione sul terzo mandato. “Non credo che se ne debba occupare il governo, sarebbe una forzatura, perché sono materie che si devono vedere a livello parlamentar. Per ora non c’è una maggioranza, ma ancora è presto per vedere. Personalmente io sono laica, come ho già dichiarato”, ha detto.

Nessuna pressione sull’autonomia differenziata

Sull’autonomia differenziata ha chiarito che non ci sono pressioni del governo sui tempi di approvazione. “So che i gruppi parlamentari della maggioranza hanno fatto del loro meglio per arrivare a terminare i lavori della commissione. E perché fosse mantenuta la data che dovrebbe portare in aula l’autonomia il 29 aprile. Io sono fiduciosa, non è questione di un giorno in più o in meno”.

Controllo sulla Rai? Giudicano i cittadini

Parole nette anche sulla narrazione della presunta “occupazione” della Rai da parte del centrodestra. “I cittadini possono giudicare se c’è un controllo sulla Rai”. Sullo tsunami giudiziario che ha coinvolto il Pd in Puglia, la premier Meloni ha sottolineato l’imparzialità dell’azione del governo. “Se quello che ci chiedono è che la amministrazioni governate dal centrosinistra debbano avere un occhio di riguardo rispetto a tutte le altre, non è l’Italia che io voglio costruire. Quello che interessa a me – continua Meloni – è che il governo non utilizzi due pesi e due misure, e non lo ha fatto, e non potrebbe farlo”.

Il Pd non può chiedere trattamenti di favore

Respinte al mittente le accuse al ministro Piantedosi per aver inviato una commissione d’accesso. “L’avremmo inviato in qualsiasi altro Comune, dopo un’inchiesta della magistratura che aveva portato all’arresto di oltre cento persone e al commissariamento della società partecipata. Avremmo fatto una forzatura se non lo avessimo fatto”.

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