L’Europa di Timmermans e della sinistra ha lavorato per la Cina. E ha creato disastri in agricoltura
Giorgia Meloni da Pescara ha magistralmente raccontato quello che è successo in questi anni in Europa. Vorrei che tutti gli italiani conoscessero il nome del signor Frans Timmermans, commissario europeo sino allo scorso agosto e sostenuto da tutto il centrosinistra italiano. Di certo lo conoscono tutte le associazioni di categoria del mondo agricolo perché ha provocato danni che difficilmente Attila avrebbe potuto eguagliare. La sua politica ambientale, detta green deal, ha avuto effetti incredibili sulla nostra produzione agricola, per non parlare delle possibili conseguenze future sull’industria automobilistica. Le imposizioni di Timmermans hanno bloccato l’agricoltura con restrizioni assurde e illogiche che non hanno niente di tutela ambientale, materia delicata e condivisa.
Devo ringraziare Nicola Procaccini, Presidente del gruppo ECR, per il coraggio avuto in questa legislatura nell’opporsi a Timmermans e il ministro Lollobrigida per il forte impegno dimostrato che ha attenuato gli effetti della politica dei verdi europei sostenuta da PD e Cinquestelle (e con lui tutti gli altri europarlamentari con il mio corregionale Denis Nesci). Ma Timmermans (seguito dall’attuale commissario che ha imposto le case green) qualche cosa di rilevante lo ha fatto: ha arricchito la Cina.
La sua propensione alle direttive rigide ha favorito inevitabilmente chi ha oggi il monopolio della componentistica e dell’energia elettrica, più ancora degli Stati Uniti.
Parallelamente all’azione di Timmermans la Cina, che ha occupato il Centrafrica, ha in mano la componentistica industriale. La prova del nove è semplice: chiunque, anche in Italia, volesse acquistare una vettura nuova dovrebbe, nella migliore delle ipotesi, aspettare dieci anni. Giorgia Meloni ha ricordato che la scelta dell’elettrico a tutti i costi favorisce di fatto proprio la Cina, la nazione che inquina di più al mondo.
Ma c’è un’altra cosa straordinaria per la quale Timmermans e i suoi seguaci di sinistra vanno puniti con il voto: la gran parte delle grandi aziende automobilistiche ha aumentato fatturato e utili diminuendo le vendite. Questo perché il green deal ha alterato il mercato, facendo aumentare vertiginosamente la domanda, riducendo l’offerta con il risultato della compiutezza della teoria smithiana.
L’Europa che ci lascia in eredità Timmermans ha favorito il regime socialista più potente del mondo. Un gran bel risultato che non è coinciso con nessun cambiamento in positivo delle politiche ambientaliste vere. Insomma, in questo quinquennio la sinistra italiana e europea ha lavorato per gli arabi ed i cinesi. Non c’è male davvero.