Le mille rinascite di Gianluca Grignani: il suo “Residui di Rock’n Roll Tour” arriva a Roma
Gianluca Grignani è in viaggio e giovedì sbarca nella Capitale con il suo “Residui di Rock’n Roll Tour 2024” all’Orion Live Club. Un tour partito col botto: l’esordio il 22 marzo a Novara col video del “problema tecnico” diventato virale sui social pare avergli portato fortuna. Lui stesso commenta: “Questa cosa è strana. Non posso andare avanti così, io sono costretto a fermarmi. Vi lascio, non sono nelle condizioni, basta. Va bene ragazzi, vi saluto, ciao”. In realtà, come non si vede nel video, Grignani ha poi deciso di tornare sul palco e finire le ultime canzoni della sua scaletta cantando a cappella.
Risultato: boom su spotify e youtube e di prevendite. Grande è l’appeal di un personaggio che si concede a tutto tondo con la sua umanità e imprevedibilità. Come non ricordare l’episodio del Festivalbar 1995, dove, all’apice del successo (e della bellezza!) con “Falco a metà” si rifiutò di cantare per andare letteralmente alla caccia di chi, dal pubblico, gli aveva tirato una biglia, di fronte agli occhi sgomenti di centinaia di migliaia di spettatori!
Viceversa va ricordata la professionalità nell’interrompere la performance l’anno scorso a Sanremo dopo aver riscontrato un problema tecnico, chiedendo scusa al pubblico: “Colpa mia che mi sono fatto abbassare troppo la voce dal fonico di palco prima di salire. A 50 anni ho imparato come si fa”.
Anche i suoi fan hanno imparato a non farsi gabbare dai tanti meme sulle sue apparizioni fuori dalle righe, perché ad ogni tappa Grignani regala un’ora e mezza di musica rock vera, suonata, travolgente, in cui si ritrova il grande chitarrista che è, improvvisando, intonando spesso senza basi musicali, spaziando al blues, e portando una scaletta che rappresenta appieno i suoi 30 anni di ribellione a un sistema che nasce nel lontano 1996, a due anni dal successo di “Destinazione Paradiso” e che prenderà il nome di “La fabbrica di plastica”.
È l’urlo di un ragazzo contro quel mondo che gli voleva già imporre la strada da intraprendere. Un album cult per gli estimatori, una frattura con l’icona pop che il pubblico aveva fino a quel momento conosciuto: nasce l’artista Gianluca Grignani, che improvvisamente si rifiuta di esibirsi in playback, di partecipare a Sanremo, limitando al massimo ogni apparizione televisiva. “In alto come un falco per non farmi catturare”. Con il suo terzo album, registrato nella sala d’incisione usata da John Lennon in “Double Fantasy”, Grignani diventa “Joker”. Una maschera che, seppur descriva perfettamente la sua personalità, sarà difficile da scrollarsi.
Gianluca Grignani in 29 anni di carriera ha venduto in tutto circa 5 milioni di dischi. Ne ha fatta di strada quel ragazzino di 16 anni di Precotto coi capelli lunghi, bello irresistibile, con i suoi alti e i suoi bassi. Una vita all’insegna dell’amore incondizionato per la musica, ma purtroppo sempre sotto i riflettori. “Io non sono nella condizione di poter insegnare qualcosa. Posso solo raccontare in musica l’unicità e la complessità dell’essere umano. L’uomo è da sempre in eterno contrasto con se stesso. La sua è una natura binaria, fatta di forza e debolezza contemporaneamente”.
La sua carriera subisce tante brusche interruzioni, che lo portano ad allontanarsi dal palco anche per alcuni anni consecutivi, ma lui stavolta ne ha davvero le tasche piene. A marzo tutti i giornali titolano di un suo ricovero d’urgenza per “intossicazione etilica”. Il cantante ironizza: “La prossima volta diranno che cammino sulle acque. Sono stanco di leggere la storia romanzata di una vita non mia”. All’Orion Live Club non ci saranno residui, ma vero rock’n roll, senza filtri.