Lavoro, l’Italia (senza Rdc) fa segnare un nuovo record. E Confindustria alza le stime sul Pil

18 Apr 2024 9:27 - di Leo Malaspina

Occupazione record per l’Italia anche nel IV trimestre del 2023, in linea con i dati positivi del  tasso di occupazione e di attività nell’area dell’Ocse , rispettivamente al 70,1% e al 73,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo rende noto l’organizzazione internazionale con sede a Parigi, nell’ambito delle stime sul Continente, che in media fa registrare il livello più alto registrato dal 2005. Il governo incassa un altro risultato positivo per quanto attiene agli indicatori economici fondamentali, dopo quello, di due giorni fa, sul fronte fiscale, con il boom delle entrate.

Lavoro, il boom in Italia continua…

In Italia le cose, da quando è stato abolito il Reddito di cittadinanza, vanno sempre meglio sul fronte dei posti creati e si registra un tasso di occupazione record nel IV trimestre: il tasso passa dal 61,5% del terzo trimestre al 62,1%. Il tasso di occupazione nella zona euro sale dal 70% del terzo trimestre al 70,2% nel quarto trimestre mentre nell’Ue sale dal 70,4% al 70,6%. Nel febbraio del 2024 il tasso di disoccupazione nell’area dell’Ocse è rimasto stabile al 4,9%, rimanendo inferiore o pari al 5% da aprile 2022. Buone notizie anche sul fronte della crescita. Nel rapporto presentato ieri dal Centro studi di Confindustria, viene indicato per il 2024 un Pil a +0,9% (nel precedente bollettino era +0,5%), molto vicino alla previsione governativa nel Def del +1%. Un dato che – come lo stesso rapporto afferma – gli economisti di viale dell’Astronomia non si aspettavano: «La crescita italiana sorprende in positivo». E il trend continuerà nel 2025: +1,1%.

Il problema del lavoro nero e le potenzialità del mercato italiano

Le noti dolenti, per l’Italia, riguardano ancora il lavoro nero che riguarda circa il 10% della popolazione attiva, un tasso che nessun altro Paese europeo raggiunge. Se nel calcolo degli occupati considerassimo questi 3 milioni, il tasso di occupazione raggiungerebbe il 74% e sarebbe praticamente in linea alla soglia indicata dall’Europa, secondo i calcoli del Centro Studi Oikonova. Insieme all’occupazione crescente, anche il tasso di inattività va diminuendo (dal 24% al 18% tra il 2021 e il 2023, secondo le ultime rilevazioni Istat). Questo perché vi è, da qualche tempo, una nuova tendenza nel mercato del lavoro italiano (così come europeo). «Anche in ragione del calo demografico, le aziende oggi faticano a trovare e a impiegare persone e competenze», ha spiegato Giuseppe Sabella, Direttore del Centro Studi Oikonova, think tank specializzato in lavoro e sviluppo sostenibile. «I livelli di posizioni vacanti, infatti, non sono mai stati così alti. Chiaro che, in questa situazione, vi sia una propensione a stabilizzare lavoratori e lavoratrici. Resta poi del tutto aperto il problema delle basse retribuzioni, ma questa è un’altra storia», ha concluso l’esperto al Messaggero.

 

 

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