Incredibile a La7, la Schlein che annaspa mette d’accordo Bocchino e Scanzi: pessimo leader, Pd nei guai (video)
Sulla crisi del Partito democratico e sulle difficoltà di chi, come Elly Schlein, prova a traghettarlo a sinistra barcamenandosi a fatica sull’onda di una alleabilità con il M5S ormai al limite e sempre più difficile da far approdare nel fatidico campo largo, è riuscito l’impensabile: per una volta Italo Bocchino e Andrea Scanzi concordano e si trovano sulla stessa lunghezza d’onda di pensiero: quello che difetta è la capacità politica di chi è al timone. E così, ospite del talk de La7 con Lilli Gruber a fare da gran cerimoniere all’evento, l’ex parlamentare di centrodestra esordisce: «Mi trovo d’accordo con quanto detto da Scanzi, penso che Elly Schlein sia in grande difficoltà, non ce la fa. Considero Elly Schlein un pessimo leader politico, però devo riconoscere che non si può discutere della persona dal punto di vista etico e morale».
Sotto, un estratto video dell’intervento di Italo Bocchino a Otto e mezzo dalla pagina Facebook del programma di La7
Bocchino, la Schlein? Vi spiego perché è un pessimo leader politico
Ma il vulnus dell’alleabilità negata, che gli ultimi accadimenti pre-elettorali in Puglia e Piemonte hanno affondato, complice un Conte determinato più che a restare a galla ad emergere, non sta solo nelle difficoltà della Schlein che annaspa, ma – a detta di Bocchino – anche nell’avere accanto un “alleato” come il leader grillino pronto allo scatto per strappare il vessillo del leader dell’opposizione, con occhi puntati sulla poltrona da premier. E questo Bocchino, a differenza di Scanzi, lo evidenzia chiaramente asserendo: la Schlein «non ha le spalle larghe per affrontare una situazione complessa come quella del Partito Democratico pieno, come disse lei, di cacicchi e capi bastone. In più è in difficoltà, perché ha accanto un alleato (Conte, ndr) che ha un solo obiettivo, quello di fare lui la prossima volta il candidato a presidente del Consiglio e quindi deve indebolirlo».
Schelin, tra l’improponibile confronto con la Meloni e Conte che sgomita
Ben diversa, netta e inequivocabile, la strategia del premier Meloni. Che, sottolinea Bocchino, «quando sceglie, intelligentemente dal punto di vista politico, Elly Schlein come contraltare e si va al confronto Meloni-Schlein, lo fa perché il capo del Pd è più debole. Conte si vede isolato – continua l’expertise dell’opinionista ospite de La7 – e deve trovare il modo ogni volta per dar vita a dei distinguo. Persino contraddicendosi a volte con quanto detto il giorno prima, per far saltare il banco. Quindi, quando tu hai in coalizione l’alleato con cui dovresti andare a vincere le elezioni che ti mette in difficoltà tutti i giorni, diventa difficile. Con le vicende di Bari e Torino, poi, viene meno il principio della superiorità morale della sinistra. Un principio declamato per decenni, tradendo anche il messaggio che Enrico Berlinguer aveva lasciato in eredità sulla questione morale. Ormai il Pd è in mano a signorotti del territorio che raccattano di tutto e succede quel che succede».
Bocchino, Schlein nel caos del Pd e sotto scacco di Conte, nel centrodestra è tutta un’altra storia…
Ma la Gruber insiste: vuole portare Bocchino a evidenziare falle possibili nelle fila del centrodestra. Falle che non ci sono, perché – spiega l’ospite incalzato dalla conduttrice – «a destra non c’è questo problema, c’è una coalizione che esiste da trent’anni, discute perché non è una caserma. E gli indagati non vengono difesi tutti, devono essere difesi tutti, perché così dice la Costituzione. A meno che uno non sia indagato per stupro su bambini, per violenza sessuale, domestica, per mafia, camorra»… Beh, anche frode ai danni dello stato non è un reato da poco, si inserisce la Gruber. E Bocchino, pronto alla replica, sottolinea a conclude: «Quelli vanno isolati subito, ma è una cosa molto diversa. Bisogna stare molto attenti». A non confondere le acque, soprattutto.