Giulia Tramontano, al processo il vocale con la sua voce. Il papà: l’assassinio deve marcire in cella

11 Apr 2024 15:21 - di Redazione

Nuova udienza a Milano del processo per la morte di Giulia Tramontano, che vede alla sbarra Alessandro Impagnatiello, l’ex fidanzato accusato di aver assassinato con 37 coltellate la 29enne e di Thiago incinta al settimo mese.

Processo Giulia Tramontana, in aula il vocale a un’amica

In aula è stato ascoltato il messaggio vocale inviato da Giulia a un’amica il 27 maggio 2023, poche ore prima di essere uccisa. Nell’audio la vittima raccontava dell’incontro con la donna con cui il fidanzato aveva una relazione parallela. “Mi ha raccontato di tutto. Sono scioccata dalla vita che conduceva, dalle cose che ha fatto e mi ha detto”. Quando è stata fatta partire la voce della figlia, la mamma Loredana, presente al processo con il marito Franco, è scoppiata in lacrime.

Il papà: il vostro assassino deve marcire in prigione

Il papà, invece, ha postato parole di rabbia su Instagram. “Con il sorriso e la bontà d’animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo. Giulia, chiederemo giustizia per voi (riferendosi al bimbo che portava in grembo) senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera“.

Impagnatiello sarà ascoltato il 27 maggio

Alessandro Impagnatiello, invece, sarà interrogato in aula il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l’omicidio avvenuto nell’appartamento della coppia a Senago, in provincia di Milano. Nella seconda parte dell’udienza di oggi è stata ascoltata anche la testimonianza di una vicina di casa. Che ai tempi abitava al piano di sopra della palazzina di via Novella a Senago.

Sentito il ferramenta che vendette il carrellino

Infine è stato sentito il commesso di una ferramenta di Senago, che ha raccontato di avere venduto un carrellino. Probabilmente quello usato dall’assassino per trasportare il corpo della donna, a un ragazzo che indossava “una felpa e un cappello” e che si era presentato in cassa “con la testa bassa”.

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