Fabrizio Tatarella racconta “La destra italiana in Europa”. Foti: “Europa nazione non era un mito, ma una prospettiva”
Dare vita a quella “alleanza strutturale tra conservatori e popolari” che è la coerente evoluzione del percorso della destra in Europa e che fu già nelle intuizioni di Pinuccio Tatarella. Fabrizio Tatarella ha riassunto così la tesi alla base del suo libro La destra italiana in Europa. Dall’europarlamento ai conservatori, presentato oggi dall’autore alla Camera insieme al capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti, al deputato di FdI e segretario generale di Ecr, Antonio Giordano, e al presidente della Fondazione Tatarella ed editore, Francesco Giubilei.
“La destra italiana in Europa”: il libro di Fabrizio Tatarella
Il volume – che annovera contributi di Giuseppe Parlato, Nicola Procaccini, Carlo Fidanza e Cristiana Muscardini – ripercorre la lunga storia della destra italiana in Europa, smontando stereotipi, ricostruendo visioni culturali e politiche e, soprattutto, restituendo loro quella prospettiva di lungo respiro che sempre hanno portato con sé e che oggi ha l’opportunità di concretizzarsi in un’alleanza tra conservatori, popolari e liberali. Fu, anche questa, una “intuizione” di Pinuccio Tatarella, ha ricordato l’autore, che è, tra l’altro, vicepresidente della Fondazione che porta il nome del ministro dell’Armonia.
La lezione di Pinuccio
“Già nel ’98 Pinuccio diceva che per governare l’Europa c’è bisogno di un centro collegato a una destra modernizzatrice. Quello che potrebbe realizzare Giorgia Meloni: un’alleanza strutturale tra conservatori e popolari, passando dal modello Ursula al modello Metsola. Con popolari, conservatori e liberali. Un percorso che potrebbe trovare compimento con le imminenti elezioni europee”. Lo scenario che oggi è negli auspici della destra italiana, dunque, non è frutto di situazionismo, ma di un percorso “sempre coerente con i nostri valori”, perché “la destra italiana – ha detto Tatarella – è sempre stata europea e filo-atlantista”.
Foti: “L’Europa nazione non è stata solo un mito, ma una prospettiva”
Il “percorso all’insegna della coerenza, delle battaglie per le quali ci siamo battuti”, è stato rivendicato anche da Foti, il qualche ha ricordato che “qualcuno dice che la destra non può parlare di Europa. Sono i fatti che dimostrano che a Casablanca, a cambiare le idee, sono andati altri. Sulle scelte strategiche e geopolitiche, la destra è sempre stata dalla parte dell’Occidente; qualcuno s’è iscritto recentemente, e ogni allusione alla sinistra italiana è voluta”. “C’è una manipolazione delle posizioni che assumiamo in Europa. Criticare la burocrazia non significa essere anti-europei, mettere al centro la persona e non il diametro dei piselli, significa voler bene all’Europa”, ha chiarito Foti.
“Se l’Europa torna ad occuparsi dei grandi temi politici e sociali, torna ad essere protagonista”, ha chiarito Foti, ricordando che “la destra ha sempre cercato in Europa dei collegamenti. Quello dell’Europa nazione è stato non solo un mito, ma una prospettiva politica. Oggi crediamo in un’Europa diversa, in un’Europa cioè che non sia quella delle burocrazie ma quella dei popoli”.
Giordano: “I conservatori sono diventati soggetto determinante del tavolo politico”
“In Europa ci avviamo ad avere un interessantissimo scenario di crescita numerica e di valore dei conservatori europei”, ha sottolineato Giordano, che in qualità di vicepresidente della Fondazione Alleanza nazionale ha anticipato la volontà di utilizzare il libro nei corsi di formazione, poiché ricostruisce “in modo approfondito, puntuale, articolato ciò che è successo in Europa in relazione alla destra italiana”. Giordano, quindi, ha ricordato che con la presidenza di Giorgia Meloni “i conservatori hanno cominciato a ridisegnare la forma della politica europea e oggi la famiglia conservatrice non è più spettatrice qualche volta ammessa al tavolo, ma soggetto determinante del tavolo politico”.