È morto O.J. Simpson. Dal successo nel football al processo per omicidio, ascesa e abisso di un campione
È morto O.J. Simpson: una vita costellati di successi sportivi, funestata da guai giudiziari, su cui è calata fino alla fine dei suoi giorni l’ombra del sospetto e poi l’incubo della battaglia più dura: quella contro il cancro a cui alla fine l’ex stella della NFL si è arreso a 76 anni. Il decesso, avvenuto ieri (10 aprile ndr), è stato confermato dalla famiglia con un post sui social, dopo che lo ha riportato Tmz (citando i congiunti per l’appunto).
È morto O.J. Simpson, aveva 76 anni
Un’esistenza tormentata, quella di O.J. Simpson, perennemente in bilico tra fama e infamia, successi e vertiginose cadute in un abisso criminale che ha inesorabilmente marchiato immagine e anni della vita dell’ex campione di football americano. Un fuoriclasse inserito nella Pro Football Hall of Fame. Un talento che da professionista ha militato per undici stagioni nella National Football League con i Buffalo Bills dal 1969 al 1977 e con i San Francisco 49ers dal 1978 al 1979. Nel 1973 è diventato il primo giocatore a correre per più di duemila iarde in quattordici partite della stagione.
Sempre sulla cresta dell’onda e sulla scia del sospetto
Sulla cresta dell’onda, sempre e comunque O.J. Simpson, che conclusa la carriera sportiva, si è dedicato al cinema, raggiungendo un ulteriore livello di fama grazie al ruolo dell’agente Nordberg nella fortunata serie di Una pallottola spuntata. Un asso del football, un attore di richiamo e poi… Poi protagonista di uno dei principali casi giudiziari degli anni ’90. Quando “The Juice” – così come era conosciuto negli anni d’oro in cui indossava la maglia dei San Francisco 49ers – venne accusato di aver ucciso la ex moglie Nicole Brown Simpson e il suo amico Ronald Goldman.
L’omicidio della ex moglie: il caso giudiziario e mediatico degli anni ’90
L’omicidio e quell’imputato “eccellente” al banco dell’accusa animarono quello che fu definito “il processo del secolo” e un caso mediatico, ancora oggi ricordato per la sua straordinaria risonanza nella storia giudiziaria e televisiva degli Stati Uniti. Una vicenda penale che andò avanti per mesi, e che spaccò l’opinione pubblica americana innescando un dibattito che, a un certo punto, si fece incandescente, sconfinando nell’ambito della questione razziale.
O.J. Simpson, un’esistenza tormentata
Speculazioni, recriminazioni, polemiche che si affastellarono su un caso giudiziario controverso che alla fine nel 1994 si concluse con O.J. Simpson scagionato per mancanza di prove. Una clamorosa assoluzione che avrebbe continuato a dividere innocentisti e colpevolisti ancora a lungo. Non solo: perché per O.J. Simpson non sarebbe finita lì neppure sul fronte giudiziario…
O.J. Simpson, un continuo di guai con la legge
E infatti nel 2008 finì nuovamente in carcere, condannato a 33 anni (dei quali 9 senza libertà vigilata) per rapina a mano armata e sequestro di persona. Dalla prigione O.J. Simpson sarebbe uscito nel 2017 per scontare i seguenti anni in libertà vigilata. Poi oblio e silenzio sono calati sul suo nome… Fino a oggi quando, con un post su X, la famiglia ha annunciato: «Il 10 aprile, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha perso la sua battaglia contro il cancro. Era circondato da figli e nipoti».