Antifascismo, la Scaraffia da Porro spariglia su Napolitano: gli hanno mai chiesto di dirsi anti-stalinista? (video)
«Hanno mai chiesto al Presidente Napolitano di dichiararsi antistalinista?». Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, editorialista de La Stampa e del Quotidiano Nazionale, ieri è stata ospite in tv di Quarta repubblica e sul tavolo della discussione su fascismo e antifascismo, con una semplice domanda che nessuno in questi giorni di aspre polemiche e complottistiche interpretazioni sul caso Scurati si è volutamente posto. Anzi, di più. Un interrogativo a cui ci si è abilmente sottratti in nome della solita, abusata rassicurazione: perché parlare di comunismo? Noi in Italia abbiamo avuto il fascismo…
Antifascismo, la solita doppia morale della sinistra: ma la Scaraffia da Porro spariglia le carte
Una risposta sfruttata ad hoc proprio sabato sera scorso, quando Mughini ha rivolto l’annoso quesito alla Bortone che lo stava intervistando e che, in ambasce, si è rifugiata a sua volta nel vicolo cieco della inflazionata risposta: ma noi in Italia abbiamo avuto il fascismo… Ebbene, ieri la Scaraffia – con il solito garbo che contraddistingue i suoi interventi – ha voluto rimettere al centro del dibattito logoro e stantio la vexata quaestio, declinandolo in particolare a un Presidente della Repubblica del calibro di Giorgio Napolitano: alzando la posta della discussione e ingenerando tensione in alcuni dei suoi interlocutori impegnati a discettare sul caso Scurati, e immediatamente scattati sulla difensiva. A dimostrazione – l’ennesima – di quanto l’esercito di autoproclamati antifascisti in armi siano ancora impreparati ad accettare che il fascismo è morto quasi un secolo fa, a costo di ammettere di non avere più nemici da combattere e di doversi ripensare.
Lucetta #Scaraffia: “Hanno mai chiesto a #Napolitano – Lei rinnega il fatto di essere stato Stalinista?”#QuartaRepubblica @QRepubblica pic.twitter.com/aEiW48Qtli
— Emei Markus (@EmeiMarkus) April 22, 2024
Antifascismo e fascisti immaginari: «Hanno mai chiesto al Presidente Napolitano di dichiararsi antistalinista?»
«Noi abbiamo avuto un presidente della Repubblica che si chiamava Giorgio Napolitano – esordisce la Scaraffia con il direttore del Domani Emiliano Fittipaldi che alza spazientito gli occhi al cielo. E il professor Angelo D’Orsi che, in veste di giornalista rigorosamente di sinistra sobbalza sulla poltroncina che occupa – che per decenni è stato un alto dirigente cdi un partito che è stato stalinista». La domanda, e la subordinata che inquieta e mette in difficoltà gli interlocutori della Scaraffia, sorge spontanea. E la prof ed editorialista la formula con nettezza: «Scusi Napolitano, lei rinnega il fatto di essere mai stato stalinista? È anti-stalinista?». Il prof D’Orsi scatta con la solita reazione da copione collaudato: «Ma il fascismo lo abbiamo avuto in casa». E a quel punto, giustamente, è la prof Scaraffia ad alzare spazientita gli occhi al cielo, sospirando anche sommessamente…
Antifascismo, la domanda “scomoda” della Scaraffia su Napolitano che fa sobbalzare sulla sedia i suoi interlocutori
Quello che voglio dire – prosegue quindi a quel punto la Scaraffia incoraggiata da Porro – quello comunista è stato un partito importante nel mondo e della storia italiana. E che è stato considerato anche un modello morale della vita italiana. Ma nessuno ha mai chiesto a Napolitano – che è stato da Stalin. Che lo ha conosciuto. Ed è stato stalinista per forza, perché altrimenti lo ammazzavano… Ecco: nessuno gli ha mai chiesto se avesse mai rinnegato Stalin. No, mai»… E perché?
Ma a questo gli interlocutori che evaderanno la “scomoda” domanda di Lucetta Scaraffia, non rispondono. Si sentono blindati dal fatto che non essendoci mai stata nel Bel Paese una dittatura comunista nel senso stretto del termine, sono in diritto di difenderla. Perché in molti – come la stessa Serena Bortone ha acclarato una volta di più sabato replicando a fatica alla lezione di storia e contro-storia di Mughini – molte persone si attaccano all’idea di una società egualitaria senza nemmeno scendere di un gradino nell’analisi.
Fascismo e antifascismo, la solita favoletta, la solita risposta pre-costituita…
Eppure, come la Scaraffia ha dimostrato una volta di più ieri sera nello studio di Rete 4, basterebbe una piccola riflessione logica per rendersi conto dell’assurdità dell’approccio. Come della staticità delle argomentazioni. A partire dal semplicismo dell’idea egualitaria comunista. È come raccontarsi una favola e volerla mettere in pratica a tutti i costi, anche se questo vuol dire eliminare quella parte di spettatori a cui la favola non piace. Anche a costo di mentire spudoratamente sui suoi effetti reali. Anche se significa creare fascisti immaginari odierni che chiamano alle armi immortali partigianerie di sempre. E nell’imminenza delle celebrazioni di un 25 aprile sempre più divisivo e tormentato, tutto fa brodo…