Alta tensione a Parigi: “Uomo con una bomba nel consolato iraniano”. Ma era un falso allarme

19 Apr 2024 16:03 - di Redazione
parigi consolato iraniano

Ore di grandissima tensione stamattina a Parigi, per l’allarme intorno a un uomo asserragliato nel consolato iraniano, che aveva minacciato di farsi esplodere. L’uomo è stato poi arrestato dalla polizia, che ha appurato che non aveva con sé alcun ordigno.

Paura a Parigi: “Un uomo con giubbotto esplosivo nel consolato iraniano”

L’uomo, definito “sospetto” da un testimone, era stato visto entrare intorno alle 11 nella sede del consolato iraniano di Parigi, che si trova nel 16esimo arrondissement. Secondo fonti della prefettura, citate da Le Figaro ad allarme in corso, l’uomo avrebbe avuto con sé una granata o un giubbotto esplosivo. Per il caso è stata mobilitata la Bri, l’unità d’elite della polizia francese, dopo che il consolato ha fatto richiesta di intervento alla polizia. Secondo quanto riferito dall’emittente francese Bfmtv durante l’emergenza, l’uomo, che ha sistemato diverse bandiere a terra, avrebbe detto di “voler vendicare il fratello”.

Smentito l’allarme bomba

Durante l’intervento, la questura di Parigi ha disposto l’interruzione delle linee 6 e 9 della metropolitana, che servono la stazione Trocadero, vicina al consolato, e il transennamento dell’intera zona intorno all’edificio. L’uomo, infine, è stato arrestato, dopo essere uscito spontaneamente dall’edificio al termine di trattative. Secondo quanto riferito da Bfmtv, non aveva con sé né una granata né un giubbotto esplosivo, ma un gilet militare e ordigni giocattolo. Le Bri, dopo l’arresto, hanno iniziato sia “controllo della zona circostante” sia un’ispezione del veicolo appartenente all’uomo.

L’uomo già noto alle autorità

L’uomo, arrivato in Francia dopo la rivoluzione khomeinista, era noto alle autorità perché nel settembre dello scorso anno era stato fermato per aver appiccato un incendio allo stesso consolato, un gesto attraverso il quale aveva voluto protestare contro il regime a sostegno delle proteste in Iran, un anno dopo la morte di Mahsa Amini. Era stato condannato a otto mesi di prigione, con in più l’interdizione ad avvicinarsi al 16mo arrondissement, dove si trova il consolato. Una fonte vicina all’inchiesta lo ha definito come “un idealista”.

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