Alberto Sordi, al via le riprese di un docufilm “familiare” che promette di svelare segreti e curiosità inedite

20 Apr 2024 15:01 - di Bianca Conte
Alberto Sordi

Le telecamere tornano a riproporci un ritratto del mitico Alberto Sordi, Albertone per il suo popolo di cinefili (e non solo), con pennellate che – annunciano i realizzatori del progetto in fieri – promettono di ritrarne i tratti più intimi e segreti: quelli non visibili a occhio nudo. Neppure a quello indiscreto di una macchina da presa. E allora, al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata dell’attore simbolo dell’italianità declinata alla romanità delle sue origini, dal titolo “Alberto Sordi secret”, tratto dall’omonimo libro scritto dal giornalista e conduttore Rai Igor Righetti, cugino dell’attore – che ne è anche il regista – e pubblicato da Rubbettino editore, giunto all’undicesima ristampa.

Al via riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi

Il primo ciak si è tenuto nel suggestivo centro storico di Narni, in provincia di Terni, dove si sono presentate centinaia di comparse che hanno sovraffollato la cittadina. Un progetto internazionale, anche in lingua inglese e spagnola, in cui dell’Alberto nazionale si racconta la vita familiare. Si puntano i riflettori su tutto ciò che esula dalla sua maschera cinematografica, impermeabile al passare del tempo. E al tempo stesso rivelatrice in sottofondo di quelli che sono stati i suoi tratti distintivi di uomo, alchemicamente fusi con quelli dell’attore incredibile che è stato.

Il ritratto affidato ai ricordi di amici e colleghi

Pertanto, il docufilm si compone di una parte documentaristica con testimonianze inedite di amici e parenti dell’attore tra i quali quelle del regista Pupi Avati. Ma c’è anche la voce dell’annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti. Quella della nipote di Totò, Elena de Curtis. E del re dei paparazzi Rino Barillari. E ancora: il ricordo della contessa Patrizia de Blanck, di Sabrina Sammarini (figlia dell’attrice Anna Longhi), e poi la foto di famiglia, video e audio originali. Questa parte più personale, inevitabilmente allora, si lega a un’altra dove la narrazione diventa racconto filmico: con personaggi vissuti realmente, in cui viene mostrata l’infanzia e l’adolescenza di Alberto Sordi negli Anni Venti e Trenta, grazie alle interpretazioni di attori e attrici amati dal grande pubblico. Come – per citarne solo alcuni – Enzo Salvi, Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Daniela Giordano, Dado Coletti e a quelle di tre bambini di età diverse che impersonano l’attore.

Un vero biopic: dialoghi, situazioni e personaggi ripercorrono la vita reale dell’attore

Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia. Ma dove invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi, ripercorrono la vita reale e ancora sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi. È’ noto a tutti, infatti, che l’attore fosse riservatissimo. Che non amasse l’ostentazione. E che ha sempre voluto e cercato di ottenere che la sua vita privata fosse blindata. E che con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente – e con i suoi collaboratori – ha condiviso soltanto la sua vita professionale.

Alberto Sordi, mille maschere e un volto inconfondibile: il suo

Un percorso, quello di Sordi, che incarnando le vesti del vigile zelante, del trasteverino doc con aspirazioni transoceaniche, del borghese piccolo piccolo capace di esorcizzare nella vendetta ordinarietà e dolore. O dell’impareggiabile cialtrone della porta accanto e, al tempo stesso, dell’eroico don Chisciotte della vita di tutti i giorni, che vestisse i panni del medico corrotto, o quelli dello sciupafemmine da strapazzo, l’Albertone nazionale ha dato corpo drammatico e spiritualità comica al racconto cinematografico e civile di un Italia in cammino. Ma ha rivelato poco di sé.

Alberto Sordi, da sopravvissuto di “Una vita difficile” a “Borghese piccolo piccolo”, ma sempre grande istrione

O forse molto, ma parcellizzato in tanti volti di celluloide in cui cogliere i tratti dei Mostri raccontati da Dino Risi. O degli eroici italiani descritti in tanti film: vittime dell’angoscia per la lotta quotidiana per la sopravvivenza. Passando per la conquista del benessere pagato con la vendita dell’anima e con la morte delle illusioni, come mirabilmente immortalato in Una vita difficile di Ettore Scola. Fino ai titoli crepuscolari del suo ultimo periodo di attore e regista: Nestore ultima corsa e Incontri proibiti.

Il docufilm indipendente sulle orme dell’Albertone nazionale

Allora ben venga il docufilm che, lontano dai luoghi comuni, si preannuncia ricco di emozioni, aneddoti e curiosità. Il tutto, orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza alcun contributo pubblico. Partner del progetto sono il ministero della Cultura, il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Ostia antica, la Repubblica di San Marino, De Matteis Agroalimentare e Artemisia Lab. La regia e la sceneggiatura sono di Igor Righetti. Il direttore della fotografia è Gianni Mammolotti. Scenografo e costumista Stefano Giovani. Per una produzione Cameraworks, prodotto da Massimiliano Filippini. Le riprese, oltre che a Narni, si svolgeranno nei luoghi amati da Alberto Sordi come Roma, la Toscana, le Marche e la Repubblica di San Marino. Altri suoi “segreti amori” che il progetto promette di disvelare…

 

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