Vietato discriminare in base ai capelli: in Francia primo sì alla legge del wokismo tricologico
In Francia l’Assemblea nazionale ha adottato in prima lettura, con 44 voti favorevoli e due contrari, una proposta di legge che vieta le discriminazioni sul posto del lavoro basate sui capelli. Ora il testo passerà al Senato, dove però il suo avvenire sembra più incerto. Tra le altre cose, il testo mira ad impedire ai datori di lavoro di costringere i dipendenti a lisciarsi i capelli per dissimulare i tagli “afro”, nascondere le treccine o i dreadlocks.
In Francia si discute una legge che vieta di discriminare in base ai capelli
Il testo del gruppo Liot – una formazione autonomista nella quale sono confluiti esponenti di centrosinistra, centrodestra e indipendentisti corsi – è stato adottato malgrado le resistenze. “In Francia la discriminazione basata sull’aspetto fisico è già punita in teoria”, ha ammesso lo stesso promotore della legge Oliver Serva. “Ma dalla teoria alla realtà c’è un abisso”, ha aggiunto, chiedendo di “chiarire” una “legge fraintesa o poco compresa”. Olivier Serva ha citato le discriminazioni contro “donne nere che si sentono obbligate a lisciarsi i capelli” prima di un colloquio di lavoro, “persone dai capelli rossi, vittime di molti pregiudizi negativi” o “uomini calvi”.
Il wokismo tricologico importato dagli Usa
Il testo si ispira a quelli in vigore in diversi stati degli Usa, tra cui il “Crown Act” emanato nel 2019 in California. Si tratta di un problema “reale, serio e politico”, che “colpisce soprattutto le donne” ha sottolineato l’l’esponente del movimento di sinistra radicale Insoumise, Danièle Obono, denunciando come l’ecologista Sabrina Sebaihi un “razzismo sistemico”.