Un sacrario per gli eroi del sommergibile Scirè della X Mas affondato nel mare d’Israele. La proposta di FdI

22 Mar 2024 14:41 - di Lucio Meo

Celebrare con i dovuti onori quel che resta del regio sommergibile ‘Scirè’, affondato il 10 agosto 1942 nella baia di Haifa, in Israele, riconoscendolo come “sacrario militare subacqueo”. Alla Camera ecco la proposta di legge della deputata pavese Paola Maria Chiesa, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Difesa e studiosa di storia militare, con all’attivo decine di pubblicazioni, a partire da quella sui caduti e dispersi della Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese nella Campagna di Russia del 2008.

Un sacrario per il sommergibile “Scirè” 80 anno dopo l’affondamento

La deputata di Fdi all’AdnKronos spiega il perché di questa proposta di legge, oltre 80 anni dopo quei drammatico affondamento. E lo fa citando le parole del marconista dello Scirè, il sergente Lodati, che il 27 luglio del 1942 scriveva profetico: “sono certo che questa volta non sarà come le altre e lo Scirè non farà ritorno…”, parole accompagnate da una preghiera che oggi Chiesa fa propria: “Se ciò dovesse accadere -concludeva il marconista- che non si venga lasciati in fondo al mare ma ci si ricordi di quella povera ciurma che ha dato tutta se stessa per un sacro ideale e per un dovere verso la Patria”.

Torna così in primo piano la storia del più famoso sommergibile italiano della seconda guerra mondiale, affondato con i suoi 60 uomini dalle bombe inglesi, che vendicarono l’incursione nel porto di Alessandria, l’attacco che beffò la marina britannica in quel tratto di mare fino a quel momento ritenuto impenetrabile.

Chiesa nella premessa alla sua pdl ricorda proprio le azioni dello Scirè, già comandato da Junio Valerio Borghese, a capo della decima Mas, e poi da Bruno Zelich, che perì con i suoi uomini nel mare dell’allora Palestina britannica. “In un anno, dal settembre 1940 al settembre 1941 -ricorda Chiesa- lo Scirè svolse ben quattro temerari attacchi alla roccaforte inglese di Gibilterra, infiltrandosi e strisciando sul fondo, sino a poche centinaia di metri dalla base navale inglese per rilasciare gli Assaltatori italiani con i loro mezzi speciali”.

I marinai eroici che fecero la storia

“L’esito di queste operazioni, che ancora oggi sono analizzate e insegnate nelle scuole sommergibilisti e nelle Accademie navali delle maggiori Marine del mondo e citate in tutti i libri di storia navale, fu di ben tre unità navali avversarie affondate”, sottolinea, ricordando poi che “l’operazione che consacrò definitivamente la valenza operativa dello Scirè avvenne nel dicembre 1941 quando, dopo aver attraversato indenne tutto il Mediterraneo orientale, arrivò a rilasciare tre mezzi speciali davanti all’imboccatura della base navale britannica di Alessandria d’Egitto ritenuta inviolabile dagli inglesi”.

“L’attacco degli Assaltatori italiani ottenne uno spettacolare successo con l’affondamento di due corazzate inglesi, la Valiant e la Queen Elizabeth entrambe di oltre 30mila tonnellate, l’affondamento della nave cisterna Sagona di 7500 tonnellate e il danneggiamento del cacciatorpediniere Jervis di 1700 tonnellate”, racconta la Chiesa. “In otto missioni di guerra lo Scirè con il suo equipaggio e gli incursori imbarcati aveva, sino a quel momento, affondato o gravemente danneggiato otto unità navali avversarie, tra le quali due corazzate! Nessuna unità navale al mondo ha mai ottenuto tale risultato”, si legge nel testo.

Il video che ricostruisce la vicenda

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