Scuola, montano sconcerto e indignazione sui libri di storia filo-Putin. Mollicone: chiederò verifiche e errata corrige

20 Mar 2024 13:48 - di Chiara Volpi
libri storia scuola

Il caso dei libri di storia per la scuola finiti all’indice per il sospetto di una rilettura propagandistica pro Russia e filo putiniana, rilanciato dall’Adnkronos e denunciato da un gruppo di attiviste ucraine attraverso la giornalista Irina Cascei che da anni vive a Roma, è stato raccolto da Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina presso l’Istituto Gino Germani, esperto di guerra ibrida e misure attive. Ma, soprattutto, esplode in poche ore e la sua eco deflagra dall’ambito scolastico a quello accademico. E dal campo editoriale e culturale sfocia in politica. Dodici sussidiari su 13 delle scuole medie italiane raccontano la versione di Putin della storia (e della geografia) di Russia e Ucraina. Con conflitti e confini ridisegnati in base alla narrazione russa declinata alla propaganda di Putin.

Scuola, Mollicone: «Libri di storia pro Russia? Chiederò verifica al Ministero e a editori eventuale errata corrige»

Le reazioni politiche al caso non sono mancate. E in queste ore, tra sconcerto e indignazione, registrano l’allarme del presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. Il quale, commentando all’Adnkronos i risultati di un’analisi condotta su 13 sussidiari adottati nelle scuole italiane – dalla quale emerge appunto che ben 12 volumi raccontano la storia (e la geografia) secondo la linea di Putin – sottolinea: «Penso sia un tema di influenza indiretta sull’opinione pubblica e sulla formazione del giudizio storico». E avverte: «Chiederò al Ministero di fare una verifica. E agli editori, senza voler criminalizzare nessuno, di ipotizzare una errata corrige da mandare tramite le scuole a questi testi che riportano informazioni profondamente scorrette e deformanti della realtà geopolitica del caso».

Scuola, libri di storia riletti dalla propaganda putiniana, Frassinetti: stravolgono la guerra Mosca-Kiev

Non solo. Sulla vicenda è intervenuta anche Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del merito, che sempre all’Adnkronos sulla questione ha puntualizzato: «Trovo molto grave che ci siano dei libri di storia dove sono contenute inesattezze e assurdità. In importanti scuole medie di Roma gli studenti studiano su testi assolutamente inidonei…». Ribadendo con nettezza: «Asserire in un libro che il “comunismo sosteneva la pacifica convivenza tra le etnie” – avverte l’esponente di FdI – è offensivo per i milioni di vittime che proprio l’ideologia del potere comunista sovietico ha mietuto in ogni parte del mondo».

«È un problema da risolvere. A tutto c’è un limite…»

Rilanciando sul tema: «L’inadeguatezza dei libri di testo e di quelli di storia in particolare – sottolinea Frassinetti – è nota ed è uno dei problemi da risolvere. Ma a tutto credo ci sia un limite. Ed arrivare a stravolgere le dinamiche dell’attuale guerra Russia-Ucraina senza individuare l’invasore e l’invaso è davvero inaccettabile. Cosi come è inaccettabile la distorsione degli avvenimenti e dei fatti, tanto da occultare l’occupazione illegale della Russia sul territorio di un altro Stato sovrano».

Lo storico Perfetti: «I libri di testo devono raccontare in maniera obiettiva i fatti, non esprimere giudizi di parte»

Uno sconcerto, quello che registra e su cui ammonisce la politica che, come anticipato, riecheggia anche in ambito accademico. Dove, lo storico Francesco Perfetti, ai microfoni dell’Adnkronos, affida l’esortazione a sensibilizzare sulla problematica, dichiarando prima: «È sconcertante che nei libri di testo per la scuola si possano leggere certe affermazioni su avvenimenti internazionali degli ultimi anni. I libri di testo devono raccontare in maniera obiettiva i fatti, non esprimere giudizi di parte. E comunque certe affermazioni, quanto meno discutibili, dovrebbero essere argomentate».

Scuola, libri di storia: «Manuali pro-Russia? Sconcertante»

Aggiungendo altresì, in veste di professore emerito di Storia contemporanea della Facoltà di Scienze politiche della Luiss-Guido Carli di Roma. Di direttore della rivista Nuova Storia Contemporanea. E di presidente della Giunta Storica Nazionale, che «è giusto denunciare episodi così sconcertanti, perché ci sia una maggiore sensibilizzazione presso gli autori in modo che siano più cauti e più responsabili. E anche presso i docenti, che dovrebbero valutare meglio le adozioni dei libri di testo».

Ambasciatore Ucraina: «La campagna del Cremlino punta a diffondere narrazioni false e a dividere la società europea»

Una narrazione, quella che emerge dall’analisi dei libri di testo scolastici, che preoccupa naturalmente moltissimo l’Ucraina. «La disinformazione russa presente nei libri italiani costituisce una grave preoccupazione, poiché favorisce la creazione di una versione distorta degli eventi, alterando la realtà, e manipolando la percezione della storia. Della geografia. Dei processi politici», afferma all’Adnkronos l’ambasciatore d’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk. Che poi sottolinea anche: «Questo è il risultato di una massiccia campagna del Cremlino volta a diffondere narrazioni false, influenzare l’opinione pubblica nella società italiana e a promuovere gli obiettivi politici di Mosca di dividere la società europea», spiega.

La disponibilità a collaborare sulla storia e geografia con le case editrici scolastiche

Non solo. L’ambasciatore nelle sue osservazioni tiene anche a precisare che «la diffusione di narrazioni sulla “creazione artificiale dell’Ucraina dopo il crollo dell’Urss”, “conflitti etnici”, “referendum libero in Crimea per l’adesione alla Federazione Russa”. Combinata con la retorica imperialista dei moderni putinisti sui canali europei – continua il diplomatico – crea una falsa immagine sull’intervento militare russo in Ucraina. E mina i principi democratici nel mondo. L’Ambasciata d’Ucraina in Italia monitora casi simili e cerca di portare all’attenzione delle principali case editrici italiane i fatti della diffusione dell’informazione distorta sull’Ucraina, sulla storia e sulla geografia, ed è aperta alla collaborazione».

La replica della Zanichelli: «Non sosteniamo alcun regime»

E proprio dalle case editrici arrivano le prime risposte. Chiamata direttamente in causa, con il libro Vivi la geografia, la casa editrice Zanichelli attraverso la sua direttrice editoriale, Elena Bacchilega chiarisce che «non è volontà dell’editore sostenere o giustificare alcun regime». «Il libro – sottolinea Bacchilega – è stato pubblicato nel 2021, antecedentemente all’invasione russa dell’Ucraina». E fa anche contestualmente sapere che «il testo è già stato oggetto di revisione che verrà riportato nell’aggiornamento della prossima edizione».

La puntualizzazione su alcuni passaggi e ricostruzioni

E ancora, entrando nel merito delle pagine e dei paragrafi dei libri di storia per la scuola finiti all’indice, la direttrice editoriale di Zanichelli tiene a precisare che tra gli esempi riportati viene citata la frase riferita «all’annessione della Crimea alla Russia del 2014», omettendo la parte conclusiva della stessa frase. Ovvero che «questo mutamento dei confini non è stato però riconosciuto dalla comunità internazionale». Ma questo certo non cambia l’affermazione: «Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia».

Le modifiche nella nuova edizione

Nel dettaglio, Bacchilega anticipa la modifica estesa che sarà apportata nella nuova edizione: «Già parte dell’Urss, da cui si è separata nel 1991, l’Ucraina negli ultimi anni si è avvicinata all’Unione Europa e dal giugno 2022 è un Paese candidato per l’adesione all’organismo comunitario. A seguito di questa svolta filo europea, la Russia è intervenuta militarmente a più riprese nel territorio ucraino».

Una precisazione sulla estrapolazione da un paragrafo che…

Riguardo invece alla seconda citazione estrapolata dal libro di testo, riferita al crollo dei regimi comunisti e alla rinascita dei nazionalismi, la casa editrice precisa che «si tratta di una estrapolazione da un paragrafo più ampio che affronta conflitti e tensioni in Europa su base etnica o nazionale. Non è volontà dell’editore – prova a spiegare – sostenere o giustificare alcun regime. Il brano riporta una sintesi di quanto espresso dall’ideologia comunista che antepone l’internazionalismo comunista alle visioni nazionaliste, anche in modo autoritario».

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