Ramelli “teppista” e simbolo della “destra becera”. A Cagliari si scatena l’odio antifascista contro il giovane di destra massacrato

27 Mar 2024 15:10 - di Stefania Campitelli

Non c’è pace per la memoria di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso a colpi di chiave inglese 49 anni fa da un gruppo di militanti di Avanguardia operaia. A pochi giorni dall’intitolazione a Cagliari  di una piazzetta allo studente di destra nella zona di Piazza Repubblica tra la via Alghero e la via Deledda, si è scatenata la furia della sinistra ultrà, nostalgica degli anni di piombo, sostenuta dalle polemiche sdegnate di consiglieri ed esponenti del Pd. Il canovaccio è sempre lo stesso: “Dagli all’untore”, al pericolo fascista che attenterebbe alla tenuta democratica del Paese.

La sinistra si scatena contro la piazza intitolata a Ramelli

Sui social è partito il tam tam di insulti vergognosi dei leoni  antifà da tastiera. Un vero sciacallaggio, per ora virtuale, che oltraggia la memoria di Ramelli per alimentare un clima di caccia al nemico, utile a racimolare qualche voto in più in vista delle prossime comunali a Cagliari. La targa dedicata a Ramelli, con la scritta “vittima della violenza politica”, è diventata l’alibi per sollevare una polemica pretestuosa, dal sapore elettorale, contro il sindaco di centrodestra dimissionario, Paolo Truzzu. Accusato di aver voluto frettolosamente lasciare un ‘pericoloso’ segnale prima delle dimissioni. O peggio, di aver voluto ricordare “con enfasi istituzionale la fede politica che lo ispira”.

Sul web insulti e sciacallaggio

Lontani mille miglia dallo spirito di riconciliazione che dovrebbe mettere la parola fine alla lunga scia di sangue degli anni di piombo, fingono di non sapere che non si è trattato di un blitz amministrativo, ma di un atto dovuto dopo l’approvazione della delibera comunale per l’intitolazione della piazza, che ha avuto il via libera della commissione toponomastica.

Per la sinistra, ossessionata dal ritorno del Ventennio, Ramelli – udite udite –  diventa ‘il simbolo sinistro’ dei movimenti neofascisti. E la missione democratica ‘preventiva’ è quella di impedire che i luoghi dedicati alla memoria dello studente di destra diventino sede di raduni dei fascisti che fanno i saluti romani.

Il Pd all’attacco del sindaco Truzzu

Il segretario provinciale del Pd, Jacopo Fiori, ha aperto la polemica. Dopo aver ammesso, bontà sua, che “Sergio Ramelli è stato ucciso ingiustamente con violenza inaudita e insensata”, accusa la “destra più becera e cameratesca, di averlo elevato a simbolo e a feticcio”. Parole vergognose che fanno rabbrividire. Non è da meno la consigliere comunale del Pd Francesca Mulas Fiori: “Truzzu ha usato in modo ipocrita la toponomastica come una clava per legittimare e garantire visibilità e spazio politico ai gruppi neofascisti a cui la sua parte politica liscia il pelo”.

Sul web commenti deliranti: un teppistello fascista

Sul web corrono post e commenti deliranti che preparano il terreno alla vendetta: si va dall’invito all’oltraggio della lapide alla provocazione di intitolare la piazza a Carlo Giuliani. “Un sereno atto vandalico sistemerà tutto, ribattezzandola a Carlo Giuliani”, scrive Marco. “Ieri mattina a Cagliari è stato intitolato uno spazio a Sergio Ramelli, uno sporco fascista morto troppo tardi”, commenta Gianluca. Ma c’è anche Francesco che spara a zero  contro chi “zitto zitto ha intitolato la piazza a un teppistello fascista italiano”.

Gli antifà da tastiera, degni eredi degli assassini di Ramelli

Un florilegio di chicche che trasudano odio e violenza raccolto con sdegno dal giornalista Fabio Meloni. “Sono passate poche ore da quando la sinistra cittadina ha scatenato la caccia alla targa fascista e la fogna ha già espulso i migliori rappresentanti”, scrive in un post. “Si stanno distinguendo per stile e cultura, oltre a dimostrare di essere i degni eredi degli assassini di Sergio Ramelli. A riprova che, neanche a distanza di 49 anni dalla sua morte, queste ‘menti eccelse’ siano in grado di accantonare l’odio politico, lo stesso che armò le mani degli assassini che colpirono Sergio a colpi di chiave inglese”.

Gioventù nazionale: squallida operazione elettorale

Riassume il clima in città Renato Diana, coordinatore cittadino di Gioventù nazionale. “Il Pd sfrutta la drammatica storia di Sergio Ramelli per fomentare gli animi dei suoi elettori con argomentazioni strumentali e illazioni divisive. Ramelli rappresenta un esempio e una figura non più solo della destra ma della pacificazione nazionale”.

 

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