Putin agita di nuovo lo spettro nucleare e minaccia: “Sposteremo truppe al confine con la Finlandia”

13 Mar 2024 13:41 - di Agnese Russo
putin

Vladimir Putin è tornato a sventolare la minaccia nucleare, come sempre sostenendo di non auspicarla. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata all’emittente Rossiya 1 e all’agenzia di stampa Ria Novosti nel corso della quale ha annunciato un imminente spostamento delle truppe al confine con la Finlandia, ha chiarito su quali basi sarebbe disponibile a negoziati con l’Ucraina e ha parlato dei rapporti con gli Usa alla luce delle imminenti presidenziali, rispetto alle quali ha negato anche qualsiasi tipo di ingerenza da parte di Mosca. In Russia venerdì si aprono le urne per le presidenziali, che si concluderanno domenica 17 marzo.

Putin: “Dal punto di vista militare siamo pronti alle armi nucleari”

“Da un punto di vista tecnico-militare, se minacciati, siamo pronti”, ha detto Putin, parlando dell’opzione nucleare. “Le armi esistono per essere usate”, ha poi osservato, aggiungendo che “abbiamo i nostri principi” e che l’utilizzo del nucleare non rientra tra nei desideri del Cremlino. “Perché dobbiamo usare armi di distruzione di massa? Non c’è mai stata questa necessità”, ha detto il presidente russo, come di consueto giocando sul filo della minaccia velata e della responsabilità ostentata. Una tattica propagandistica consolidata dalle parti del Cremlino, dove l’obiettivo è sempre spostare lo stigma della mancanza di ragionevolezza in campo avverso.

La minaccia alla Nato: “Sposteremo truppe al confine con la Finlandia”

Un metodo adottato anche parlando dell’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, che ha bollato come “un passo assolutamente privo di significato (per i due Paesi, ndr) dal punto di vista della tutela dei propri interessi nazionali”. “Non avevamo truppe al confine con la Finlandia, ora ci saranno. Non c’erano sistemi di distruzione lì, ora appariranno”, ha proseguito il presidente russo, aggiungendo che un eventuale dispiegamento di truppe di Paesi occidentali in Ucraina “dal punto di vista geopolitico potrebbe avere conseguenze molto gravi”, mentre “non credo che un invio formale di contingenti stranieri cambierebbe la situazione sul campo”.

I negoziati con l’Ucraina “solo sulla base della realtà sul campo”

E proprio alla situazione sul campo Putin ha fatto riferimento parlando dei negoziati con l’Ucraina. Si è detto “pronto”, ma solo se si tengono “sulla base delle realtà che si sono sviluppate, come si dice in questi casi, sul terreno, e non su desideri derivanti dall’uso di psicofarmaci”. “Possibili negoziati – ha poi aggiunto – non sono una pausa per il riarmo di Kiev, ma una conversazione seria con garanzie di sicurezza per Mosca”.

L’intervento sulle elezioni Usa: “Noi non interferiamo”

Quanto ai rapporti con gli Stati Uniti Putin ha detto che “lavoreremo con qualsiasi leader al quale l’elettorato americano farà affidamento”, aggiungendo che “non interferiamo in alcun modo in nessuna elezione”. Epperò, poi, si è concesso rivelazioni e considerazione che si prestano a essere lette anche come un messaggio indirizzato oltreoceano. Putin ha raccontato che Donald Trump, da presidente, lo aveva rimproverato per aver “simpatizzato” con Joe Biden. “Nell’ultimo anno del suo lavoro come presidente, il signor Trump, oggi candidato presidenziale, mi ha rimproverato di simpatizzare con Biden. Mi ha chiesto in una delle conversazioni: vuoi che vinca ‘Sleepy Joe’? E poi, con mia sorpresa – ha commentato il leader del Cremlino – hanno iniziato a perseguitarlo perché lo avremmo sostenuto come candidato. È una sorta di completa assurdità”.

Il dissidente ai Paesi occidentali: “Dichiarate illegale il regime di Putin”

Ieri, dalla colonia penale a regime speciale numero 7 di Omsk, il dissidente Vladimir Kara-Murza ha denunciato, con un articolo a sua firma pubblicato sul Washington post, le ragioni per cui “il regime di Putin è illegale” e sollecitato il “mondo a non riconoscerlo”, come è stato fatto per Aleksandr Lukashenko in Bielorussia o Nicolas Maduro in Venezuela. “I leader occidentali parlano spesso della loro determinazione a rispondere al Cremlino. A volte lo strumento più potente è semplicemente quello di dire la verità. Putin non è un presidente eletto legittimamente. È un dittatore e un usurpatore. E il momento che il mondo lo dica”, ha scritto Kara-Murza, storico e giornalista con nazionalità russa e britannica.

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