Padova, sì del giudice alle “doppie” mamme lesbo. Schlein esulta, Roccella la zittisce
Un’altra ingerenza dei giudici sul fronte legislativo, nell’ambito delle norme che regolano i diritti dei bambini, dei genitori e delle coppie gay. Il tribunale di Padova ha dato ragione al sindaco della città veneta riconoscendo la validità dell’atto di nascita con il nome anche della madre non biologica, quindi con il doppio cognome delle due mamme. Sono stati, infatti, riconosciuti come inammissibili i ricorsi del pubblico ministero che chiedeva la cancellazione del doppio nome per 35 coppie di mamme lesbo. Secondo il tribunale per contestare l’iscrizione dell’ufficiale di stato civile occorre fare ricorso alle diverse e ben più articolate azioni di status (azioni con rito ordinario). Il Tribunale ha altresì affermato la piena legittimazione del sindaco del Comune di Padova, quale ufficiale di governo, a partecipare a detti giudizi, in concorrenza con il ministero dell’Interno, e la facoltà del Comune di avvalersi dell’Avvocatura Civica per la rappresentanza in giudizio.
Le doppie mamme e l’esultanza della Schlein
“Un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario delle piccole e dei piccoli” ha detto il sindaco di Padova Sergio Giordani. “Da Padova arriva una bella notizia: sono inammissibili i ricorsi della Procura contro più di trenta atti di nascita di bambine e bambini con due mamme. Ancora una volta, la tutela delle bambine e dei bambini di famiglie omogenitoriali passa per un Tribunale, che conferma l’operato di un Sindaco coraggioso e capace di ascoltare la loro domanda di riconoscimento e giustizia”, dice in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein. “Cosa ha da dire il governo di Giorgia Meloni? Continuerà a fare muro o ci lascerà portare l’Italia in linea con gli altri paesi dell’Unione europea?”.
La replica del ministro Roccella
“In Italia i bambini sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti: lo ha riconosciuto di recente la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, prima ancora, la Corte di Cassazione a sezioni unite”, è la replica della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella. “Il nostro ordinamento, che il governo Meloni non ha modificato di una virgola – prosegue Roccella -, è perfettamente in grado di assicurare ai bambini non solo tutti i diritti ma anche il rapporto con l’eventuale partner del genitore biologico. Ci sono procedure semplici e accessibili che valgono sia per le coppie eterosessuali che per quelle omosessuali, e pieni diritti sono garantiti anche ai figli di genitori single. Non rispettare le leggi e le procedure indicate dalla magistratura (e non dal governo) puó portare a contenziosi, come è evidente, e come chi a sinistra ha sempre sostenuto che le sentenze non si discutono dovrebbe sapere”.
Il possibile ricorso della Procura
Auspichiamo che la Procura di Padova faccia ricorso alla Corte d’Appello contro la decisione del Tribunale sulle trascrizioni anagrafiche di “figli” di coppie omosessuali, poiché c’è già una giurisprudenza consolidata sull’impossibilità di riconoscere due uomini o due donne come entrambi genitori di un bambino. Nessuna buona notizia, quindi, e soprattutto nessun diritto dei bambini viene tutelato come ha invece dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein. Al contrario, è proprio l’inviolabile diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà e a crescere con loro che viene così calpestato e che va difeso in Appello”. Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, in merito alla decisione del Tribunale di Padova.