Ocean Viking, a bordo c’erano due migranti già espulsi dall’Italia: fermati al porto di Ancona

20 Mar 2024 17:29 - di Federica Argento
Ocean viking migranti espulsi

Un tunisino e un pakistano, sbarcati ad Ancona dalla Ocean Viking, sono stati arrestati con obbligo di firma per aver violato il divieto di reingresso in Italia. Non potevano sbarcare, erano già stati espulsi dall’Italia. Insomma, tanta cagnara da parte della nave Ong che protestava perché il porto assegnato era troppo lontano; e poi si scopre che a bordo tra i 336 migranti due di loro non dovevano proprio esserci. Nei giorni scorsi tutta la sinistra immigrazionista si era levata i coro per denigrare il governo Meloni: sulla presunta “disumanità” del porto lontano, per l'”inutile supplizio” riservato ai disperati sulla nave. In realtà, come già evidenziammo il porto sicuro viene assegnato sulla base di varie valutazioni:  le successiva fasi di assistenza ai migranti sbarcati. Il loro smistamento nelle strutture d’accoglienza. Dunque, l’assegnazione di Ancona rispondeva all’esigenza di organizzare al meglio il dopo-sbarco.

Sull’ Ocean Viking c’erano due migranti già espulsi

Infatti il lavoro di smistamento è stato talmente certosino che ci sono volute più di 12 ore per terminare le operazioni di sbarco; e  il foto-segnalamento di tutti i presenti a bordo della nave norvegese della Ong Sos Mediterranee da parte della polizia scientifica. Lavoro a cui si deve l’intercettazione, tra gli sbarcati, dei due migranti già espulsi dal nostro Paese. Si tratta tunisino di 27 anni e un pakistano di 36 anni, che sono stati arrestati e sono stati messi a disposizione delle autorità competenti. Si entrambi – riporta l’Ansa – gravava un provvedimento di espulsione: il primo nell’aprile 2021 e il secondo nell’agosto 2022. E due anni fa erano stati rimpatriati.

Nuovo ordine di espulsione per i due migranti sull’Ocean Viking

Da parte del gip di Ancona è stata firmata l’ordinanza di convalida dell’arresto, così come il nuovo ordine all’espulsione. Ma i due al momento si trovano a piede libero e con il solo obbligo di firma fino al termine della procedura: per il pakistano presso carabinieri di Morrovalle, per il tunisino all’ufficio immigrazione della Questura dì Ancona. I legali hanno chiesto i termini a difesa per valutare un rito alternativo. La direttissima si terrà il 23 aprile per il 27enne e il 7 maggio per il 36enne.

Giustificazioni lunari

Lunari le spiegazioni date al giudice Carlo Cimini per giustificare la violaziine dei provvedimenti di espulsione. Il 27enne, difeso dall’avvocato Riccardo Somma, ha riferito che il nuovo tentativo di entrare in Italia era per raggiungere un parente a Morrovalle. Il 36enne – assistito dall’avvocato Daniele Sandroni-  ha spiegato che credeva che il provvedimento di espulsione avesse una validità limitata. E c’è ancopra chi condanna i decreti Piantedosi…

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