Marsilio: “L’Abruzzo era ai margini, ora ha voce. A sinistra sembrano Cetto La Qualunque”

9 Mar 2024 9:14 - di Sveva Ferri
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Trasporti, sanità, infrastrutture, protagonismo del territorio. Marco Marsilio smonta punto per punto la propaganda della sinistra, che descrive l’Abruzzo come una regione annientata. E lo fa portando esempi concreti, che smascherano anche le responsabilità di chi oggi punta il dito. “Sogno un Abruzzo aperto, accessibile, pieno di turisti, con ospedali efficienti e lavori terminati, con i bei parchi ma anche agricoltori tutelati, fabbriche e aziende e piattaforme logistiche”, ha spiegato il governatore uscente, descrivendo l’Abruzzo che ha iniziato a costruire nel corso del suo primo mandato e che intende continuare a perseguire con la riconferma.

Marsilio: “Le promesse di D’Amico? Sembra Cetto La Qualunque”

Intervistato dal Corriere della Sera, Marsilio è poi entrato puntualmente nel merito dei temi che hanno dominato questa campagna elettorale e affrontati con rara faccia tosta da una sinistra che sa di giocarsi il tutto per tutto su questo territorio. Ci sono casi eclatanti, come la promessa dell’avversario Luciano D’Amico di trasporti gratuiti per i giovani. Marsilio ha avuto gioco facile nello smascherare lo sfidante: non lo emulerà, “perché sono cattivo e lui è Cetto La Qualunque: promette, ma chi ha aumentato il biglietto dell’autobus e poi l’abbonamento, da dg dell’azienda di trasporti, è stato lui. Io no, e avevo il gasolio a 2 euro”. Quanto alla narrazione per cui D’Amico avrebbe risanato l’azienda, il governatore ha ricordato che “il progetto di fusione era dell’ex presidente Chiodi. È stato bravo a mantenerlo. Ma poi ha lasciato il parco veicoli più vecchio di Italia. Ne ho dovuti comprare 50”.

L’impegno sulla sanità: “Il Pd voleva chiudere gli ospedali, io li ho salvati”

Capitolo sanità. L’opposizione sostiene che Marsilio abbia accettato tagli, il governatore ha replicato parlando di “leggenda” e ricordando che “la ministra del Pd Lorenzin aveva imposto il taglio di 3 ospedali. Io li ho salvati con la rete ospedaliera, sto creando decine di case di comunità, ho bandito i concorsi per 40 primari, e trovato i soldi per rinnovare tac e risonanze”. Per inciso, la questione dei tagli alla sanità è, per altro, un terreno sul quale pure Elly Schlein è scivolata in malo modo, quando ha tentato – senza riuscirci – di tenere un comizio dentro l’ospedale di Popoli, che la giunta regionale di sinistra voleva smantellare e che è stato salvato proprio dalla giunta Marsilio.

Le infrastrutture per restituire centralità all’Abruzzo

Infrastrutture e, in particolare, rafforzamento dell’aeroporto. A Virginia Piccolillo, che firma l’intervista e chiede se la nuova pista sia un bluff, Marsilio ha risposto con la forza dei numeri: “Sono riuscito a mettere in fila 30 enti diversi. E i passeggeri da 500mila sono già 900mila”. E, ancora, presunto taglio dei fondi del Pnrr: “Stupidaggini. Il governo Draghi non ha dato i pareri necessari per 2 anni. Quando Fitto ha fatto la checklist, RfI ha detto che non poteva garantire la scadenza imposta. Ma la copertura è garantita. E la Roma-Pescara si farà”.

Marsilio: “Regione marginale per decenni, ora abbiamo più voce”

Esempi concreti che raccontano una realtà opposta a quella sventolata dalla sinistra, secondo la quale perfino il sostegno dato da esponenti del governo a Marsilio sarebbe un segnale di debolezza. Una tesi rilanciata anche ieri in tv da Alessandra Todde, che con la vittoria in Sardegna si è intestata il ruolo di condottiera della riscossa contro il centrodestra. “Ho fatto venire ministri, sottosegretari e la premier che si è candidata all’Aquila. L’Abruzzo paga 30 anni di marginalità. Ora abbiamo più voce”, ha risposto Marsilio a una domanda sulla questione.

La frecciata, in dialetto, sulla coalizione di “storditi”

Poi l’immancabile domanda sul rapporto con Giorgia Meloni e sul primo ricordo che Marsilio ne conserva: “Lei, 14enne, con la sorella, che entrano nella sede della Garbatella che guidavo, dove c’erano ragazzoni militanti appena pestati dai “democratici” dei centri sociali. E, incuranti, chiedono il colloquio di ingresso: ci voleva coraggio”. Infine, un passaggio sull’alleanza, con un focus sulla Lega. “Qualcuno ha cambiato partito, più con FI che con noi. Cinque anni fa era il contrario”, ha risposto Marsilio alla domanda se il Carroccio sia stato “cannibalizzato”. “Ma noi – ha ricordato – siamo una coalizione compatta. Loro hanno finto finora di non stare assieme. Che farebbero? Una coalizione di “’nduntiti?” (storditi, ndr )”.

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